«Il lavoro dell’anno scorso? Spero non venga mandato in fumo». Così l’ex direttore sportivo del Brindisi, Vincenzo Minguzzi, che ha voluto parlare del momento particolare che sta affrontando la sua ormai ex squadra e del lavoro fatto lo scorso anno.
La sua è una carriera trentennale. Minguzzi ha lavorato in piazze importanti come Lecce e Pisa, ma soprattutto Grosseto, dove ha contribuito alla prima storica promozione dei maremmani in serie B.
Il direttore sportivo portò a Brindisi giocatori come Malik Opoola, divenuto poi capocannoniere della squadra con dieci reti realizzate, Alex Sirri, Domenico Santoro e i vari Crocefisso Cancelli, Bruno Valenti, Franco Gorzelewski, Nicola Malaccari e Winston Ceesay, giocatori tutt’ora tesserati con i biancoazzurri. Un lavoro oggettivamente scrupoloso il suo che, infatti, ha contribuito alla conquista della promozione.
Un lavoro che, come ci dice lui stesso, parte dall’intesa con l’allenatore e che spera non venga sprecato. «Mi auguro che i sacrifici – ha esordito – e il lavoro fatto l’anno scorso non siano mandati in fumo, perché in una piazza come Brindisi è fondamentale mantenere la categoria. Per farlo bisogna partire da un’organizzazione del lavoro come quella dell’anno scorso. La rosa di quest’anno, a mio parere, non è stata pensata e adattata al gioco del mister, come abbiamo fatto l’anno scorso».
Proprio per questo, secondo l’ex ds, il mister Ciro Danucci è in questo momento in difficoltà. I frequenti cambi di modulo e di formazione, secondo lui, sono dovuti a questo. «Quando questo accade – continua Minguzzi – è normale che un allenatore si trovi in difficoltà. Per questo Danucci si è ritrovato costretto a provare varie formazioni e a cambiare spesso modulo. Probabilmente non è mai riuscito a trovare lo zoccolo duro della squadra proprio per questo. Questa estate, secondo me, si sono fatti troppi esperimenti, con tanti giocatori arrivati e andati via dopo qualche allenamento. Da questo punto di vista si sono fatti parecchi errori».
In tanti adesso sono preoccupati per il penultimo posto in cui si ritrova il Brindisi. Questo non spaventa l’ex direttore sportivo Minguzzi, ma bensì lo preoccupa il fatto che, come lui stesso ci ha detto, il Brindisi non sia ancora diventato squadra. «Non c’è da avere paura della classifica – ha dichiarato a riguardo – perché chi è davanti non è lontano. Ciò che mi spaventa è che, a novembre, il Brindisi non è ancora diventato squadra. In questo momento, per venire fuori da questa situazione, vanno fatte delle scelte da parte dell’allenatore. Bisogna capire su quali giocatori si vuole fare affidamento al 100% e sapere già da adesso chi mandare via e come intervenire sul mercato di gennaio. In questo momento bisogna lavorare per arrivare a gennaio con una squadra diversa».
Minguzzi ha poi espresso un chiaro parere rispetto a cosa, secondo lui, non ha funzionato quest’estate durante il mercato e si è quasi riproposto come direttore sportivo. «Forse quest’estate – ha concluso – troppe teste sono intervenute rispetto agli acquisti da fare. Io avrei le idee chiare su come intervenire. Se dovessi essere chiamato, accetterei a patto di avere totale potere decisionale sugli acquisti da fare. A Brindisi sono stato troppo bene, non rifiuterei».