Dalla Santa Rita Basket Taranto al Bernalda Basket: Giovanni Menga, giovane coach tarantino classe 1988, ha deciso di intraprendere un nuovo percorso cestistico alla guida dei lucani. Una scelta che ha fruttato subito la vittoria del campionato Under 17 e del torneo di Promozione, al suo primo anno sulla panchina gialloblù. Il promettente allenatore racconta la sua scelta ai microfoni de L’Edicola del Sud.
Perché la scelta di passare, dopo tanti anni, da una società come la Santa Rita Taranto al Bernalda?
«Avevo bisogno di nuovi stimoli dopo diversi anni e di un nuovo progetto. Volevo sentire la fiducia nei miei confronti, di persone che credessero in me per far rinascere la pallacanestro in un paese dalla storia cestistica importante come Bernalda. Mi sono rimesso in gioco, uscendo dalla comfort zone che potevo avere a Taranto: ho scelto una nuova avventura, che mi desse nuovi stimoli».
Un’avventura che ha prodotto subito i primi risultati, con la vittoria di due campionati al primo colpo.
«Sono stati due campionati complessi: scendere di due categorie e rimettersi in gioco, cercando di voler imprimere le proprie idee di gioco con tanti ragazzi giovani, non è facile. Piano piano i meccanismi si sono rodati, con la squadra senior abbiamo perso solo due partite in tutta la stagione, vincendo la finale playoff per 2-0 contro Matera. I ragazzi sono cresciuti, acquisendo tutti gli automatismi entro fine anno. Nei tre obiettivi che ci eravamo proposti ad inizio anno con la società c’era l’impiego di diversi ragazzi dell’under 17 in prima squadra, consentendo loro la crescita anche con i giocatori senior. Abbiamo anche ricreato l’entusiasmo: in gara-1 c’erano 200 tifosi in trasferta, nella sfida decisiva a Bernalda oltre 1000 tifosi che ci hanno spinto».
Quali difficoltà ha riscontrato nella transizione in questo nuovo percorso cestistico?
«Difficoltà non ce ne sono state, ma volevo rimettermi completamente in gioco cercando di farmi conoscere quanto prima, dalla società e dai ragazzi, per creare subito un’identità di gioco ed imprimere in loro le mie idee. Dovevo anche, avendo in squadra dei seniori con una storia cestistica importante, far capire a loro che la mia pallacanestro, fatta maggiormente di run&shoot, avrebbe potuto dare loro anche dei risultati. È stato l’aspetto più complicato sul quale lavorare ma anche quello che mi ha dato più soddisfazioni quando, alla fine, siamo riusciti a giocare secondo le mie idee, vincendo il campionato».
Nella stagione sportiva 2023/24 lei è il secondo tecnico tarantino, dopo coach Fabio Palagiano con la Pink Bari, che riesce ad affermarsi lontano dalle mura amiche. Perché?
«Credo che a Taranto abbiamo avuto modo di lavorare tutti quanti con grandi allenatori, cercando di rubare loro qualche segreto. Nella mia carriera ho collaborato con coach Sandro Albanese, Stefano Mineo, Mario Buccoliero e tanti altri. Abbiamo dei fondamentali importanti e la gavetta fatta, negli anni, è servita. A Taranto abbiamo delle doti tecniche importanti, sia come giocatori, sia come tecnici: bisognerebbe dare loro maggior considerazione».
Quanto può essere importante, per il futuro del movimento cestistico, continuare a lavorare sui settori giovanili come serbatoio per le prime squadre?
«È a dir poco fondamentale, specie con la riforma dello sport in quanto il settore giovanile diventa importante anche per abbattere i costi. Proprio per questa nuova riforma, ho cercato di portare quanti più ragazzi a livello della squadra senior, anche per garantire un futuro a questa società. Un club che disputa campionati di Serie C o di Serie D, oppure la Promozione, non può acquistare dodici giocatori ex novo e avere un peso economico non indifferente sulle spalle: va dato spazio ai ragazzi che crescono tra le proprie mura. Ovviamente la situazione perfetta, che è quella che siamo riusciti con diversa fatica a trovare quest’anno, è quella di avere un mix di senior e under, che devono amalgamarsi per bene: ciò avviene però con il duro lavoro negli allenamenti, dove bisogna sopperire agli errori commessi».
Da tarantino, avrà sicuramente seguito le gesta del CJ Basket Taranto: si sarebbe aspettato qualcosa in più dalla squadra di coach Cottignoli?
«Mario l’ho sentito più volte durante l’intero campionato, sia dopo qualche vittoria ma anche dopo alcune sconfitte, talvolta rocambolesche. Ho seguito la squadra, che secondo me ha giocato una grande pallacanestro. Purtroppo sono stati un pochino sfortunati negli infortuni e nell’avere difficoltà con alcuni giocatori che sono andati via. Con un pizzico di fortuna in più, si sarebbero potuti salvare senza problemi, ma sappiamo bene che non tutto è andato nel verso giusto. Cottignoli ha fatto un grandissimo lavoro, con la squadra che ha lottato sino all’ultima partita, nonostante i tantissimi ragazzi del vivaio Virtus presenti nel roster del team».
Quali sono i prossimi obiettivi di coach Menga?
«Voglio riaffacciarmi in campionati importanti, sono contento di poter quasi confermare la mia collaborazione col Bernalda, club col quale affronterò la Serie D. Una categoria più consona alla storia cestistica di questo paese. Sul fronte personale, voglio far bene nella piazza in cui mi trovo, cercando di far accrescere l’entusiasmo, così come fatto nell’ultima stagione, e il settore giovanile, raggiungendo gli obiettivi prefissati. La società mi è stata sempre vicina, anche nei momenti più complicati: voglio continuare a fare bene in questa piazza, che merita di tornare ad alti livelli».
Magari con l’auspicio che Bernalda possa essere, poi, un nuovo trampolino di lancio per il ritorno in riva allo Ionio…
«Per ora non so il futuro cosa mi riserverà, ma nella prossima stagione mi cimenterò ancora con questa realtà. La società sta accontentando tutte le mie richieste, per ora sarò avversario in Serie D delle squadre ioniche. Poi…mai dire mai nella vita».