Non solo bello e cinico, ma anche solido in fase difensiva: il Bari degli ultimi 180 minuti sembra aver superato le défaillance registrate nelle prime giornate di campionato, che avevano messo in evidenza scarso equilibrio in fase di non possesso. Limite stigmatizzato più volte dallo stesso tecnico Michele Mignani, da sempre «profeta» della teoria dell’equilibrio come ricetta preziosa per vincere. Un aspetto passato in leggero secondo piano rispetto alle ottime prestazioni offerte dai biancorossi, soprattutto in trasferta.
Cosenza e Cagliari hanno mostrato un Bari molto più armonioso e compatto in fase di contenimento, anche grazie allo straordinario apporto del capitano Di Cesare, ad un Terranova apparso in crescita e appunto all’inserimento di Vicari. Senza dimenticare il ritorno di Maita nella sfida in Sardegna che ha alzato in modo esponenziale il filtro sulla mediana.
La gara dell’Unipol Domus è stata la prima giocata da titolare per Vicari, primo arrivo «pesante» del mercato estivo. Un recupero fondamentale per la retroguardia di Mignani, finora sempre guidata da Di Cesare e Terranova: «Sono contento del rientro, ma soprattutto perché ora finalmente posso avere continuità di lavoro», ha spiegato il centrale romano.
Sfortunatissimo l’avvio di stagione per il 28enne, acquistato a titolo definitivo dalla Spal, vittima di una distorsione alla caviglia destra lo scorso 7 agosto prima del match di Coppa Italia contro il Verona, e poi di un risentimento al bicipite femorale subito dopo il suo recupero lampo. Stop che hanno costretto il difensore laziale a saltare l’esordio di Parma e le gare contro Perugia e Spal. Prima di Cosenza e Cagliari c’era stata un’apparizione a inizio secondo tempo della sfida con il Palermo, dalla quale era nato l’ultimo fastidio muscolare. «Non ho mai avuto grossi problemi in carriera; voglio pensare di averli esauriti tutti e che ora abbia la possibilità di lavorare con continuità e tranquillità».
Prestazione maiuscola quella del difensore ex Spal a Cagliari, sempre attento, brillante e reattivo nelle chiusure e nel leggere in anticipo la manovra offensiva della squadra di Liverani. Di fatto annullati Lapadula, Nandez, Rog, Pavoletti: «L’effetto è stato bello. Eravamo consapevoli del peso della gara e che fosse importante fare una grande prestazione». Il 28enne del Bari è tornato anche sulle difficoltà che avevano caratterizzato la sua squadra nelle prime giornate, sollevando anche aspre polemiche, condannate di recente da Valerio Di Cesare: «Dopo quelle partite ci siamo guardati dentro e abbiamo cercato di perfezionare i punti sui quali eravamo indietro. Nel calcio si attacca e si difende in 11. Abbiamo cercato quindi di lavorare tutti insieme anche sull’altra fase per poter ottenere risultati», ha ammesso Vicari che nonostante la classifica e le prestazioni non sposta l’asticella: «Forse neanche noi ci aspettavamo questo inizio. È giusto che i tifosi sognino, ma la nostra forza deve essere l’equilibrio».
Il centrale difensivo del Bari sposa la linea di Mignani rispetto alla ricetta che si sta rivelando finora vincente, ossia «lo spirito da combattente della C insieme alle idee»: «L’aspetto mentale è la prima cosa. Avere fame secondo me è la base – ha osservato Vicari – ma delle volte non basta solo quella, servono idee in campo, soprattutto contro squadre attrezzate».
L’ex Novara si è poi proiettato verso la prossima gara casalinga: sabato 1 ottobre sarà scontro al vertice contro il Brescia capolista. «Incontreremo una squadra forte. Se è in vetta vuol dire che lo merita e che è un avversario di valore. La sosta ci permetterà di avere più tempo per preparare bene la gara. Mi aspetto un San Nicola molto caldo.»
Vicari ha quindi voluto fare una precisazione sull’operazione che lo ha portato dalla Spal al Bari per circa 300mila euro: «Qui per Polito e Antenucci? Loro mi hanno aiutato a fare la scelta giusta. Anche Ciro (il ds del Bari) mi ha corteggiato, mi ha fatto piacere, ma non è solo per queste due cose che sono qui. Appena ho sentito la possibilità di venire a Bari non ho avuto dubbi, per l’importanza della piazza e della squadra».
Infine un «in bocca a lupo» al portiere Caprile, impegnato con la Nazionale Under21: «Ho parlato con Elia, se lo merita. Non gli ho svelato nulla. È giusto che sia lui a scoprire questa esperienza», ha raccontato il difensore, già «azzurro» in carriera.