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Bari, un rinnovo per sedersi in panchina: lo strano caso del numero 10 Nicola Bellomo

Un rinnovo “valso” solo tanta panchina e un minutaggio neanche superiore ad un tempo di gara. È lo “strano caso” del centrocampista biancorosso Nicola Bellomo, forse tra i più penalizzati dal caos tecnico e tattico della stagione del Bari. Il 33enne della Città vecchia, nonostante abbia vissuto una stagione nei panni, scomodi, di gregario di…

Un rinnovo “valso” solo tanta panchina e un minutaggio neanche superiore ad un tempo di gara. È lo “strano caso” del centrocampista biancorosso Nicola Bellomo, forse tra i più penalizzati dal caos tecnico e tattico della stagione del Bari. Il 33enne della Città vecchia, nonostante abbia vissuto una stagione nei panni, scomodi, di gregario di lusso, viene considerato da molti una delle poche “certezze” a cui aggrapparsi per tentare di imboccare la complicatissima strada verso la salvezza. Il legame territoriale, l’amore viscerale per la maglia del Bari, la personalità, ma anche le indubbie qualità tecniche e agonistiche sono gli elementi che inducono a sposare la candidatura del trequartista barese ad una maglia da titolare in vista delle ultime 6 partite del campionato di Serie B.

Un rilancio subito stoppato

È curioso quanto racconta la storia dell’ultima settimana: Bellomo, dopo dieci panchine, intervallate da una manciata di minuti giocati nella sfida persa a Bolzano contro il Sudtirol, è stato rispolverato da mister Iachini nella penultima gara contro il Modena. Sul parziale di 1-1 l’ex Reggina ha sostituito Morachioli nel finale del match, con l’obiettivo di imprimere maggiore qualità e vivacità alla manovra offensiva, apparsa, come al solito, evanescente. Detto, fatto: in dodici minuti Bellomo ha confezionato prima un cross delizioso per poco non trasformato in oro da Aramu e poi, con un destro al volo stoccato dal limite, ha quasi sfiorato la rete che avrebbe potuto regalare i tre punti al Bari. Impatto al match più che positivo, valorizzato da un atteggiamento gagliardo, che è quello che ci si aspetterebbe da ogni calciatore in un momento così delicato del campionato. Dopo gli elogi pubblici davanti ai microfoni da parte dell’allenatore, il ragazzo cresciuto nelle giovanili biancorosse è tornato però a sedersi in panchina, non smettendo la tuta per tutta la durata dell’ultima gara persa malamente contro la Cremonese. Stavolta Iachini gli ha preferito Edjouma, autore dell’inutile gol dell’1-2. Nel secondo tempo sono entrati Aramu (per Morachioli), Benali (per Maiello), Edjouma (per Maita), Dorval (per Ricci) e infine Colangiuli (per Diaw). Niente spazio a Bellomo, rispedito in panchina, lì dove ha trascorso 16 partite su 32. In totale si contano solo 16 presenze in campionato, delle quali una da titolare: era il 26 agosto, 2a giornata di serie B, quando il Bari riuscì a sbancare lo stadio della Cremonese. Il fantasista barese venne schierato dall’ex tecnico dei biancorossi Mignani nel ruolo di mezzala sinistra.

Qual è stato il senso del rinnovo?

Impossibile non porsi oggi questa domanda. Il 12 dicembre scorso la società guidata dal presidente Luigi De Laurentiis ha annunciato il prolungamento del contratto di Nicola Bellomo fino a giugno 2025. Una scelta, favorita dallo status di giocatore bandiera (che non occupa posti in lista over) tuttavia accolta con qualche perplessità, dato lo scarsissimo impiego del calciatore fino a quel momento, pari a un totale di 174 minuti in 11 partite. L’atto sembrava poter sancire un’inversione di tendenza e dunque la volontà di puntare sul calciatore in vista della seconda parte di stagione. Ed invece le statistiche riguardanti il registro delle presenze dopo la firma del rinnovo si sono rivelate impietose, ma soprattutto anche peggiori rispetto a quelle precedenti il prolungamento del contratto: solo 5 (brevissime) apparizioni in 16 partite. Si tratta di brevi comparsate negli appuntamenti con Spezia, Cosenza e Sampdoria, alle quali sono seguite 6 gare in panchina; poi dieci minuti con il Sudtirol, ancora 4 panchine, prima della chiamata al Braglia, ed infine l’assenza dal campo nella gara con la Cremonese. Il ds Ciro Polito, in sede di rinnovo, aveva spiegato come si fosse trattato anche di un premio dettato dal ruolo di leader che Bellomo riveste nello spogliatoio. Un atto dunque dal mero valore simbolico, niente di più. Il tema è però un altro: considerando la storia recente e l’attualità, caratterizzate da una mediocrità disarmante sul piano qualitativo e dell’atteggiamento dimostrata da parte di molti compagni di squadra preferiti al numero 10, siamo certi che un calciatore dalle indubbie doti tecniche e umane, come quelle incarnate da Nicola Bellomo, non potesse e non possa ancora essere utile alla causa del Bari sul terreno di gioco? L’assenza di Sibilli per squalifica, sabato prossimo a Como, potrebbe rappresentare il viatico per offrire una nuova chance al 33enne barese.

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