“Pareggite” da carenza di gol. È la diagnosi ormai chiara che identifica il malessere del Bari al termine del girone di andata di Serie B. L’1-1 esterno contro la Sampdoria, undicesimo segno X raccolto in campionato, ha confermato il limite endemico della squadra biancorossa, manifestato sotto rete durante tutta la prima parte della stagione. Una criticità risultata, numeri alla mano, la principale lacuna alla base di un percorso ben al di sotto delle aspettative.
Cercasi gol
Dopo le prime 19 partite il tabellino delle reti realizzate si è fermato a quota 18 (come il Pisa). Solo le ultime tre squadre in classifica hanno fatto peggio del Bari e dei toscani: 17 reti per la Feralpisalò, fanalino di coda; stesso bilancio per l’Ascoli, terzultimo; 16 marcature per lo Spezia, penultimo. Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno ai galletti mancano ben 12 reti, allora figlie soprattutto dell’exploit di Cheddira (in gol già 9 volte) e del buon rendimento sotto rete di Antenucci (5) e di Folorunsho (5). A fare la differenza nel campionato in corso di svolgimento è proprio la scarsa incidenza degli attaccanti, che, Sibilli a parte (a quota 6), non hanno garantito lo score dei tre uomini partiti la scorsa estate. A pesare in negativo più di tutti è stato Diaw: complice una condizione fisica alquanto precaria, l’ex Modena ha chiuso il girone di andata con soli 2 centri in 10 presenze (6 da titolare). Un gol in più per Marco Nasti (3). Zero marcature per Menez, appena rientrato dopo 4 mesi di stop per l’infortunio al ginocchio destro che lo ha messo ko per quasi tutta l’andata. Nessun alibi invece per Aramu, rimasto a secco nonostante 13 presenze, 7 delle quali da titolare: è lui il vero flop lasciato in dote dal mercato estivo che lo aveva portato a Bari per sostituire l’infortunato Menez. A digiuno anche Morachioli, in campo 12 volte, 4 dal primo minuto. Un gol per Achik in 11 partite. Un jolly anche per Chukwu, sparito dai radar dopo la rete segnata al Pisa il 16 settembre (1-1). Altro fattore da non trascurare è l’apporto evanescente dei centrocampisti: 2 reti in tutto, entrambe messe a referto da Koutsoupias, peraltro nella stessa partita (Bari-Catanzaro 2-2 del 24 settembre). Nessun contributo in termini di gol da Acampora, nonostante 10 match da titolare, 14 in totale. A secco anche Maita (15 presenze, 9 da titolare) ed Edjouma. Il franco marocchino, apparso in evidente crescita nelle ultime 4 gare, gode però di un’attenuante inoppugnabile, considerando un utilizzo al contagocce: solo 3 presenze da titolare, 10 in tutto, e 8 panchine consecutive tra la 7^ e la 14^ giornata.
Effetti sulla classifica
Pochi gol, pochi punti. Un’equazione quasi sempre perfetta nel calcio. Il Bari si congeda dal girone di andata con 23 punti (frutto di 4 vittorie, 11 pareggi, 4 sconfitte), che valgono solo l’11esimo posto ed un ritardo di ben 18 lunghezze dal Parma capolista e 12 da Venezia e Como, seconde forze del torneo. Un anno fa i biancorossi effettuavano il giro di boa con 30 punti, in quarta posizione, a -9 dal Frosinone, primo, e a -2 dal Genoa, secondo. Nell’analisi bisogna considerare che l’andatura delle squadre che compongono quest’anno il gruppo di testa e della zona play-off è ben superiore rispetto a quanto accadeva a fine dicembre 2022. I 30 punti dello scorso anno oggi coinciderebbero solo con il 7° posto del Catanzaro.
Segnali di crescita
La gara di Marassi ha confermato soprattutto nel primo tempo i progressi sul piano del gioco e dell’atteggiamento, non superando però l’impasse di cedere il passo agli avversari nella ripresa. La rete di Sibilli, propiziata da una ripartenza mortifera di Menez, è l’indicatore più chiaro ed efficace di quanto a gennaio sarà indispensabile elevare il tasso di qualità all’attacco del Bari per poter vivere la seconda parte del campionato in maniera vincente.