Il Bari rischia la C: ora deve solo vincere a Terni. A fine gara parla solo il direttore sportivo Ciro Polito: «Se avessimo vinto, non sarei stato comunque tranquillo. Ci sono adesso 100 minuti da giocare alla morte, per portare a casa una salvezza che questa città merita. Non c’è spiegazione al primo tempo, abbiamo sofferto i loro quinti. Il momento è quello che è, fenomeni non siamo, se siamo ai playout qualcosa vuol dire. Non dobbiamo abbatterci, i playoff sono come i playout e li giocheremo alla morte».
Polito prosegue: «Abbiamo perso il nostro sogno a un minuto dalla fine, sebbene l’anno scorso a Cagliari abbiamo dimostrato di essere più forti. Andremo lì e daremo tutto quello che abbiamo. Il Bari in questo momento è una squadra viva. Io sono incazzato, sono il primo responsabile, ma non l’unico. Ci ho messo sempre la faccia, adesso anche nel momento peggiore. Un anno così vale per quattro, oggi non serve puntare il dito. La squadra nell’ultimo mese ha dato tutto quello che aveva, seppur a sprazzi. Chi è entrato oggi non ha fatto bene. Quest’anno non abbiamo ricevuto tutto quello che meritavamo, adesso andremo a battagliare a Terni e cercare di portare il minimo sindacale che merita Bari. Ero preoccupato sull’1-1, come lo ero sullo 0-0. La squadra darà tutto quello che ha. Ho imparato più in questa stagione che in 9 anni, non c’è mai stata confusione».
Inevitabile parlare di futuro: «Noi abbiamo tanto da perdere. L’anno scorso potevo andare in una squadra di Champions, adesso possiamo finire in C e sono l’unico che non ha il contratto in caso di retrocessione. Luigi De Laurentiis non mi ha mai lasciato solo, abbiamo combattuto in due in una stagione difficile. Fin quando ci sarà possibilità darò tutto quello che ho, comunque vada mi siederò con la proprietà. Sarà una salvezza forse più bella di quella che poteva valere la vittoria della Serie A, non ho problemi a continuare».
A metterci la faccia anche Valerio Di Cesare, all’ultima gara al San Nicola: «Oggi siamo partiti benissimo, poi siamo andati in difficoltà. Nella ripresa abbiamo fatto bene, prendendo un gol che non si deve prendere. Se siamo quartultimi vuol dire che dei limiti ce li abbiamo. Adesso dobbiamo recuperare e giovedì dobbiamo fare una guerra. Non dobbiamo farci prendere dall’ansia e dobbiamo usare la testa, la partita dura 95’. Sarà fondamentale, è più importante dello scorso anno: perdere vuol dire aver buttato sei anni».
Sul suo saluto a fine gara: «Non mi sarei aspettato un compleanno così, sarà un addio da sfigato in una finale di playout. Voglio ringraziare tutti quanti, avrei preferito farlo in un altro modo ma purtroppo così è. Tutti eravamo delusi, non posso terminare la mia carriera con una retrocessione. Non posso accettare di finire così».
Può sorridere, invece, il tecnico della Ternana Roberto Breda: «Il Bari non è morto, è una squadra che ha qualità. Ancora c’è equilibrio. Io non credo che il Bari pensi di essere già fuori, è tutto aperto».