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Bari-Ternana, la carica del “cobra” Sandro Tovalieri: «Sarò in curva Nord con i ragazzi»

«Cobra. Vita di un centravanti di strada» non è un film ma quasi, è il titolo del libro da Sandro Tovalieri scritto insieme a Susanna Marcellini. Un attaccante che ha militato nelle fila di Roma, Pescara, Arezzo, Avellino, Ancona e per tre stagioni in quella che ha definito la sua Bari, Atalanta, Reggiana, Cagliari, Sampdoria,…

«Cobra. Vita di un centravanti di strada» non è un film ma quasi, è il titolo del libro da Sandro Tovalieri scritto insieme a Susanna Marcellini. Un attaccante che ha militato nelle fila di Roma, Pescara, Arezzo, Avellino, Ancona e per tre stagioni in quella che ha definito la sua Bari, Atalanta, Reggiana, Cagliari, Sampdoria, Perugia e per qualche settimana Ternana, con quest’ultima promessa avversaria dei pugliesi questa sera. Alla Ternana c’era stato per brevissimo tempo insieme al suo amico, Taglialatela, con il quale nel ‘92 vi passò al Bari.

A proposito del suo amico Pino ha svelato: «Certamente è stato uno dei promotori di questo soprannome che poi mi sono sempre portato nella mia carriera, nato a Bari. Ho seguito la finale del Mapei Stadium, come seconda voce per RaiSport, lo scorso anno è stato atroce perdere la massima serie negli ultimi 100 secondi, adesso è ora di riscattarsi. Sarò in curva con gli ultras e per chi mi conosce, sa bene che non è una novità perché io come mi hanno sempre definito ‘un attaccante di strada’ sono fatto così. Voglio cantare e godermela con i ragazzi che mi hanno dato tantissimo e io a loro ho regalato emozioni sul campo».

Se ha da dare consigli al Bari di capitan Di Cesare: «E’ un gladiatore e grande capitano, lo ha dimostrato sul rettangolo di gioco. Le sue lacrime sono quelle di tanti baresi che anno sofferto nella scorsa stagione e quest’anno. Lo comprendo e sono sicuro che potrà trascinare tutta la squadra ad un salvezza che comunque sarebbe il traguardo minimo per una città e piazza che merita ben altri palcoscenici. Non è mancato soltanto l’attacco, ma tutto quanto e quando cambi tre allenatori, prima di arrivare a Giampaolo c’è da analizzare dettagliatamente cosa non ha funzionato. Personalmente nella mia carriera è capitato di cambiare tanti tecnici, ben tre e poi con l’arrivo di Ilario Castagner ci compattammo e scattò la scintilla che ci portò alla promozione. A questo Bari, che se potessi scenderei in campo, dico di mettere l’anima e lottare sino alla fine ne contro una Ternana che in trasferta è molto più pericolosa di quando gioca al “Liberati”».

Sul gol più bello dei 40 realizzati dal ‘92 al ‘95 ce ne sono alcuni in particolari, anche se alcuni tifosi non hanno dimenticato quello realizzato da avversario, indossando la maglia dell’Atalanta ed al gol, quando venne abbracciato dai suoi compagni di squadra, si commosse e non volle esultare: «Venivo da un periodo di astinenza, di difficoltà di ambientamento e che mai me ne sarei voluto andare dal Bari e dove segnai? Al Bari e scoppiai in lacrime come un bambino. Tra i gol in biancorosso a cui sono legato a quelli nei derby, col Taranto, col Foggia, la doppietta contro la Ternana che sono state le mie prime reti, con il Milan il 28 maggio 1995 la mia ultima rete, ma nel complesso ogni volta andare a segno per questa tifoseria è stato unico».

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