Bari, sorpresa Caprile: reattivo e sicuro ora vuole sfidare l’idolo di sempre

San Zeno di Montagna, provincia di Verona. In un campetto di quartiere un bambino gioca a pallone indossando la maglia della Nazionale con il numero 1, quella di Gigi Buffon. È il 2006, l’Italia ha appena vinto la Coppa del mondo e quel bimbo è rimasto talmente stregato dalle parate di quell’uomo vestito d’oro da volerne emulare le gesta. Il piccolo si chiama Elia e non ha neanche cinque anni. Quando gioca a calcio con i cugini si mette sempre in porta. Vuole stare solo lì, tra i pali, tanto da tornare a casa in lacrime dopo il primo allenamento nella scuola calcio. «Mi avevano messo a fare il giocatore di movimento», ha raccontato qualche mese fa Elia Caprile al sito specializzato “Cronache di Spogliatoio”. Fu la mamma a spronarlo a continuare, dicendogli di tornare lì il giorno dopo spiegando all’allenatore di voler fare il portiere.

Così è iniziata la storia di Elia Caprile, il giovane portiere che due giorni fa ha esordito con il Bari in Coppa Italia, con una prova maiuscola a difendere i pali biancorossi. Sicuro, agile, reattivo. Sulle sue spalle campeggiava il 18, perché l’uno è di un altro Gigi, Frattali, ieri in panchina.

«Il mister mi ha detto che avrei giocato un paio d’ore prima dell’inizio della partita. È stata una sorpresa». Solo il giorno prima Mignani aveva avuto parole di elogio per l’estremo difensore, arrivato poche setitmane fa a titolo definitivo dal Leeds. «Ha aggiunto valore al lotto dei nostri portieri». Nessuno però aveva previsto che sarebbe sceso in campo proprio lui nell’esordio stagionale del Bari. E che esordio, per lui. Tre grandi parate.

«La migliore è stata quella del secondo tempo, sulla punizione. Non ci siamomossi bene, la barriera si è un po’ aperta». Reattività da felino. «Ho pensato subito fosse gol, ma mi sono detto: “vai, provaci”. Per fortuna l’ho presa». Con le sue parate ha regalato al Bari e a sè stesso una gita a casa sua, Verona. Sarà l’Hellas l’avversario del Bari domenica alle 18 nei trentaduesimi di coppa.

Chissà se Caprile avrà il tempo di tornare a San Zeno di Montagna per prendere quella maglietta dorata che gli aveva regalato suo padre. Il destino ha voluto far incontrare Caprile e il suo idolo solo cinque giorni dopo il suo ritorno a casa.. «Se dovessi giocare contro Gigi sarà da pelle d’oca. Lo sogno sin da quando ero piccolo – ha raccontato Caprile -. Gli chiederò la maglietta anche se ci sarà imbarazzo, e la fila».

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