Due poltronissime ancora vacanti. A 20 giorni dal “miracolo di Terni” (perché di questo si è trattato) il Bari è formalmente senza direttore sportivo e allenatore. Tra grandi manovre, lavoro sotto traccia e silenzi, il club biancorosso sta cercando di trovare la quadra per imprimere finalmente un’accelerazione all’avvio del nuovo corso.
Aspettando Magalini
Fino a ieri mattina il ds “incaricato” era ancora nella sua dimora, a Mantova, ma con le valigie già pronte. Il 62enne veneto ha messo in agenda, al massimo entro oggi, un viaggio a Catanzaro per discutere della risoluzione del contratto (in essere fino al 30 giugno) con il presidente della società calabrese Noto. Il dirigente veronese, come anticipato ieri, ha chiesto al Bari qualche giorno di tempo per poter chiarire i termini dell’addio con il club, soprattutto in relazione alla parola data mesi fa al patron giallorosso di rinnovare il contratto una volta terminata la stagione. Al momento non c’è nulla che lasci pensare ad un improvviso naufragio dell’accordo verbale raggiunto, da giorni, con il Bari. Secondo fonti vicine al club pugliese per la firma (contratto fino al 2026) e l’annuncio ufficiale mancherebbero solo i cosiddetti “dettagli burocratici”. Tuttavia lo stesso Magalini ha fatto sapere che prima della prossima settimana non è previsto il suo trasferimento verso il capoluogo pugliese. Nel frattempo il Catanzaro si è tutelato, bloccando il 28enne Matteo Lovisa, incontrato da Noto due giorni fa in città in un ristorante sul mare, nonché “mozione” sponsorizzata della prima ora per la successione di Ciro Polito.
Rebus panchina
La giornata di ieri ha sottratto al Bari un altro dei potenziali candidati. Dopo aver perso dalla corsa D’Aversa, diretto verso il Cesena, niente da fare anche per “super Pippo Inzaghi”. Il 50enne piacentino, reduce dalla parentesi negativa alla Salernitana, è ormai ad un passo dal Pisa. Intricata anche la strada per il ritorno in Puglia di Vincenzo Vivarini. Ieri il tecnico di Ari ha informato il Catanzaro di non voler proseguire la sua avventura in Calabria. L’ex Bari avrebbe rispedito al mittente anche la proposta di rinnovo messa sul tavolo ancora una volta da Noto, alle prese con l’addio di due dei principali protagonisti dell’ultimo biennio vincente. Al momento non c’è nulla che possa quindi trattenere Vivarini al Catanzaro, nemmeno una presunta clausola rescissoria, che sarebbe scattata solo in caso di promozione in serie A dei giallorossi. L’addio è quindi cosa certa, ma il futuro del 58enne abruzzese è ancora tutto da scrivere. Da tempo il Bari, in particolare il presidente Luigi De Laurentiis, è in pressing per riportare in biancorosso l’allenatore non confermato al termine della stagione di serie C 2019-2020, dopo la sconfitta nella finale playoff. Decisione, sin da allora, oggetto di grandi rimpianti, manifestati più volte, anche pubblicamente, dall’amministratore unico dei Galletti. L’affare è tutt’altro che semplice. A mettere i bastoni tra le ruote c’è il Frosinone di Angelozzi, che vorrebbe puntare proprio su Vivarini per l’immediato assalto alla serie A, persa al termine dell’ultima stagione. Il rischio che il Bari resti con il cerino in mano è concreto. Per questo il club pugliese sta sondando diverse alternative: ieri è circolato il nome di Longo, già in orbita biancorossa a febbraio dopo l’esonero di Marino, prima che arrivasse Iachini. É tornato prepotentemente di moda anche il profilo di Sottil. Sembra prendere quota anche l’ipotesi Aquilani, destinato a lasciare il Pisa per fare posto ad Inzaghi. Più defilato Donati, cercato anche dai greci dell’Athens Kallithea, appena promossi nella massima serie ellenica.