Più solidità, meno spregiudicatezza. È il principio adottato dal nuovo Bari di Mignani, applicato quasi alla perfezione dopo le prime cinque partite disputate nel campionato di serie B 2023-2024. La ricerca del massimo equilibrio in campo è da sempre il cavallo di battaglia dell’allenatore genovese. Uno strumento divenuto ancora più necessario in questo avvio del torneo cadetto per reggere l’urto derivante dalla rivoluzione estiva completata il 1 settembre dal ds Ciro Polito, che di fatto ha stravolto per sette undicesimi la squadra titolare biancorossa.
Le statistiche. Come sempre i dati danno una mano per fotografare meglio il quadro. Dopo i primi 450 minuti il Bari ha subìto solo due gol. Finora solo Cittadella e Pisa hanno bucato la porta di Brenno, rimasta inviolata contro Palermo, Cremonese e Ternana. Due reti al passivo che fortunatamente non sono servite per scalfire l’imbattibilità della squadra pugliese al termine dei primi cinque appuntamenti del campionato, primato condiviso con Parma e Venezia, rispettivamente prima e seconda in classifica, le uniche squadre senza sconfitte dopo 5 gare. Va precisato però che da un lato la “dea bendata” e dall’altro il Var sono andati spesso in soccorso dei biancorossi. Decisivi per non capitolare contro il Palermo (1^ giornata) l’errore dal dischetto di Di Mariano, quando il Bari era in doppia inferiorità numerica, e nella stessa gara l’annullamento del gol in pieno recupero di Brunori, dopo la revisione del Var per posizione di fuorigioco dell’attaccante. I legni hanno poi salvato talvolta la porta dell’estremo portiere brasiliano, come accaduto contro Cittadella e Ternana sulle conclusioni rispettivamente di Cassano e Raimondo.
Il confronto con la storia recente. «Soprattutto davanti siamo diversi, non è possibile fare una comparazione con il Bari dello scorso anno». Le parole di Michele Mignani, ripetute spesso per motivare le contingenze della sua squadra in particolare nella produzione offensiva, sintetizzano alla perfezione il cambiamento radicale dell’atteggiamento della formazione pugliese. I numeri cristallizzano le differenze: sono ben 9 le reti segnate nello stesso periodo dello scorso torneo; 3 invece nel campionato in corso di svolgimento, con le firme di Sibilli, Nasti e Chukwu. I gol realizzati all’inizio della stagione 2022-2023 salgono a 13 se si somma anche il poker servito al Verona in Coppa Italia. Ed è proprio l’esuberanza in zona offensiva che traccia una linea di demarcazione tra le due annate, in virtù di interpreti che sin dall’avvio della scorsa stagione avevano fatto la differenza, come Cheddira e Folorunsho. Ma non è questo l’unico aspetto che distingue le due squadre. Se da un lato quel Bari si dimostrò “esplosivo” in fase realizzativa, soprattutto nel girone di andata, dall’altro peccava un po’ in equilibrio, subendo anche di più rispetto alla formazione 2023-2024. Allora furono 6 i gol incassati nelle prime 5 gare, quattro in più rispetto al presente. Non appare solo una coincidenza che un anno fa Mignani riuscì in corso d’opera a correggere il tiro, restituendo solidità ed equilibrio alla sua squadra nella seconda parte del torneo.
Il pilastro del credo tattico. È proprio l’equilibrio, che per il momento si traduce nella capacità del nuovo Bari di ridurre al minimo i pericoli per la porta di Brenno. Decisivo in tal senso l’aver mantenuto quasi del tutto integro il “vecchio” assetto difensivo, del quale Vicari e Di Cesare restano colonne imprescindibili. Fondamentale anche il lavoro di Maiello davanti alla difesa. La novità principale è rappresentata dalla crescita esponenziale di Dorval, la cui maturità oggi è senza dubbio un valore aggiunto per la fase di non possesso. È a sinistra invece che si percepisce qualche scricchiolio. Le difficoltà di Ricci a ritrovare smalto potrebbero presto portare ad un avvicendamento con Frabotta. Resta qualche dubbio anche sull’affidabilità di Zuzek, spesso autore di “infortuni” e giocate col brivido, ma finora sempre confermato come vice del capitano.