«Non mi è piaciuto l’inizio della partita, abbiamo sofferto la loro fisicità». Inizia così l’analisi della partita di Parma da parte di Michele Mignani. L’allenatore biancorosso si è presentato ai microfoni di TeleBari deluso per il risultato finale, ma parzialmente soddisfatto per quella che è stata la prestazione dei suoi dopo l’iniziale svantaggio. «Nel secondo tempo ce la siamo giocata, la squadra è stata in campo con personalità e voglia. Abbiamo segnato su un errore loro e preso un gol su uno nostro. Capisco il malcontento dei tifosi, ma ai ragazzi non posso dire nulla se non per la prima parte di gara».
Il pensiero del tecnico genovese va ai circa mille tifosi baresi presenti mercoledì sera allo stadio Tardini, ma soprattutto ai suoi calciatori, da continuare a incoraggiare nonostante la prima sconfitta in campionato. «Bisogna trasmettere fiducia nella testa dei ragazzi, credo sia questo che ti fa approcciare bene o male le partite. Se escludiamo i primi quindici minuti, la prestazione mi è piaciuta». Mignani ha poi analizzato i cambi operati nel secondo tempo. I primi due, infatti, sono arrivati solo al 73’, con gli ingressi di Acampora e Diaw, mentre il Parma aveva già cominciato a ingranare grazie a Sohm e Bernabè. «Nasti era molto stanco e stavo vedendo bene Aramu – così ha spiegato il ritardo nelle sostituzioni -. Mattia mi è piaciuto, è cresciuto e può darci una mano. Diaw sta bene ma non benissimo, pensavo potesse allungare la squadra e infatti è entrato bene».
Ma la carica più grande è quella di Di Cesare, che a fine gara si presenta con orgoglio da capitano davanti ai microfoni. «Secondo me abbiamo fatto la miglior partita delle sette e l’abbiamo persa. Ce la siamo giocata a viso aperto e come è giusto che fosse abbiamo anche sofferto. Però sono contento della prestazione, non del risultato. Venire qui e palleggiargli in faccia nel secondo tempo non è da tutti».
E poi un lungo sfogo sull’umore della piazza attorno ai risultati della squadra. «A inizio anno ho fatto un post dicendo che saremmo dovuti ripartire. Tanti mi hanno detto “chi te lo ha fatto fare”. Io mi sveglio e vado a dormire con lo stesso obiettivo. Mi dispiace vedere questa negatività. Come se ci si aspetta che cadiamo per darci contro. Mi danno fastidio queste cose. Quell’11 giugno è stata tosta, io ancora faccio fatica a dimenticarlo. Ce la sto mettendo tutta e vorrei che fosse così per tutta la piazza. L’anno scorso c’è stata la giusta alchimia tra squadra, società e tifosi. Dobbiamo ripartire da quella. Sono fiducioso». Di Cesare ha poi chiuso il suo intervento rivelando i motivi della sua uscita dal campo e ribadendo il suo personale obiettivo: «Ho quarant’anni e ho giocato tre giorni fa (ride, ndr). Ho sentito un po’ tirare la gamba e ho preferito uscire, ma non abbiamo preso gol per la mia assenza. Io sto giocando solo per un motivo: per chiudere quella cicatrice. Altrimenti avrei potuto anche smettere. I compagni che sono stati con me lo scorso anno vogliono fare lo stesso, così come quelli nuovi. Vedrete che i risultati arriveranno».