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Bari, Polito suona la carica: «Nessun miracolo ma un’impresa importante. Ora prendiamoci la A» – VIDEO

«Sono davanti ai microfoni per far capire alla città che in A ci vogliamo andare. Voglio e vogliamo sfruttare questa occasione come fossimo un carrarmato». Il 17 maggio 2023 è una data destinata a rappresentare una pietra miliare nella storia recente del Bari. È Ciro Polito ad assumersi la responsabilità di pronunciare quella “parolina magica”,…

«Sono davanti ai microfoni per far capire alla città che in A ci vogliamo andare. Voglio e vogliamo sfruttare questa occasione come fossimo un carrarmato». Il 17 maggio 2023 è una data destinata a rappresentare una pietra miliare nella storia recente del Bari. È Ciro Polito ad assumersi la responsabilità di pronunciare quella “parolina magica”, vista quasi come un tabù impossibile da sfatare. Quella prima lettera dell’alfabeto che in maiuscolo rappresenta il massimo obiettivo al quale aspirare per i partecipanti al campionato di Serie B. Oggi sogno e ambizione non sono più soltanto di una città intera, ma obiettivo dichiarato della SSC Bari.

Il massimo dirigente dell’area tecnica, come sempre avvenuto nei momenti cruciali della sua gestione, ci mette la faccia. Un modo per tirare le somme ad una stagione finora entusiasmante, «senza rimpianti», ma soprattutto per tirare la volata finale ad una squadra che ha bisogno del supporto totale dei suoi tifosi per l’ultimo miglio decisivo. «Abbiamo detto tante volte che siamo una neo promossa e che nessuno si aspettasse questo risultato. Ma ormai, siccome è passato un anno, possiamo dirlo: questa è una squadra forte che ha dimostrato una continuità incredibile. Non parlo di miracolo, ma la nostra è un’impresa importante. Ora dobbiamo cercare di completarla per portare la Seria A a questa città, una categoria che merita e che manca a Bari».

Polito gonfia il petto ripercorrendo le 37 tappe della matricola biancorossa in Serie B, mettendo l’accento sulla competitività dimostrata dalla squadra di Mignani, pur mantenendo di fatto 7-8 undicesimi dell’ossatura protagonista del campionato di terza serie. «Nel mio percorso ho sempre cercato di pescare dalle categorie inferiori. Bisogna avere coraggio e saper aspettare. È il tempo ad indicare il valore delle squadre, mentre il campo è il giudice. Sono soddisfatto del mio lavoro. È nella mia natura cercare sempre giocatori promettenti», spiega Polito, che in cuor suo nutre solo un piccolo rimpianto per non aver avuto la possibilità di mettere le mani sul cartellino di Benedetti. La mezzala di proprietà della Sampdoria è solo uno dei tanti diamanti grezzi trasformati in brillanti dall’ex ds della Juve Stabia, grazie alla sinergia totale con il tecnico Michele Mignani.

Polito spera ancora di vincere la scommessa di Ceter, fermato da guaii fisici per gran parte dell’anno. «Gli siamo stati vicini in tutti i modi. Speriamo che possa ripagare i nostri sforzi con un gol decisivo ai playoff». Con onestà intellettuale è per Scheidler, pagato 1,6 milioni l’ultimo giorno del marcato estivo, la stoccata. «Ha dato qualcosa, penso al gol decisivo di Cittadella. Ha sofferto l’impatto con un campionato diverso. Ma ci aspettiamo molto di più da lui, sono convinto che alla lunga verrà fuori».

Nessun brutto pensiero nemmeno sulle occasioni mancate dal Bari nel girone di ritorno, al netto della sconfitta casalinga con il Perugia. Un ko figlio anche di una panchina corta a causa delle controversie di mercato e di rubinetti che allora non erano ancora aperti per dare forza alle seconde linee. «La società ha fatto tutto il possibile. Lo sappiamo che l’obiettivo fosse di ripianare il bagno di sangue fatto negli anni passati. La verità è che nei momenti decisivi quando c’era da alzare l’asticella non ci siamo riusciti. Ma la realtà è che davanti ci sono due squadre più forti», l’osservazione di Polito nel commentare la lotta interrotta alla promozione diretta. Promossi a pieni voti Benali, che il Ds ha scagionato dalle critiche, e Marachioli. «Avevamo bisogno di giocatori pronti. Il ragazzino ci ha fatto vincere tre partite. Me lo hanno chiesto dalla Serie A. Io farei solo un applauso alla squadra. Ci giochiamo gli spareggi da favoriti. Grazie ad un gioco di squadra è stato fatto un lavoro straordinario. Il nostro percorso iniziale è stato accelerato. Vorrei che tutti fossimo sulla stessa linea, al fianco di questa squadra».

Dopo la trasferta di Genova sarà tempo di immergersi nel clima playoff, che il Bari vivrà da favorito, per lo meno a giudicare dalla classifica. L’obiettivo è non fallire l’appuntamento del San Nicola il 2 giugno, giorno della semifinale di ritorno, con uno stadio pronto al tutto esaurito. «Speriamo di invertire il trend in casa. Voglio che il San Nicola faccia tremare i nostri avversari. Troppa pressione a Bari? I giocatori sono pagati per questo, meglio avere una città dall’amore viscerale. Ai playoff affronteremo gare tirate, contro avversari forti. Bisogna essere pronti al livello mentale e fisico e avere un po’ di fortuna. Non ci dobbiamo cullare sul terzo posto. Ma se confermeremo ciò che abbiamo fatto in questo campionato i problemi saranno per gli altri. Sono serenissimo».

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