Alla gioia dell’esordio, le lodi di Iachini, che in carriera ha allenato fior di campioni del calibro di Dybala, Icardi, Vlahovic e Ribery. Sono i giorni di Davide Colangiuli, stellina della Primavera del Bari ormai aggregato stabilmente in prima squadra.
Il classe 2005 si è raccontato ai microfoni ufficiali della società, col tema principale l’emozione dell’esordio a Modena: «Non so dire quante e quali emozioni abbia provato. Ansia sì, ma nessuna paura, perché ero consapevole di quello che stessi facendo e che ho fatto per essere qui. In quei 15 minuti di riscaldamento ho guardato la tribuna avversaria e ho provato ansia, ma fortunatamente ho lasciato tutte quelle emozioni in quel quarto d’ora. Quando sono entrato in campo poi ero sciolto e rilassato. Prima di fare il mio ingresso in campo Iachini mi ha dato le indicazioni, di difendere e attaccare lo spazio. Oggi sono sicuramente felice, contento, ma anche determinato. Non ho ancora fatto nulla, ora arriva la parte più tosta».
Indelebile la giocata in area di rigore quando Colangiuli ha sfiorato il gol del vantaggio: «Ho rivisto chiaramente la partita e soprattutto quell’azione, tante volte. Avevo visto che il difensore stesse arrivando, ma non sapevo se mi sarebbe venuto addosso. Dopo quel colpo di suola la palla mi era finita un po’ sotto, quindi mi è arrivata sul destro e soprattutto con un difensore davanti che mi ha sbilanciato, per cui per accelerare la giocata sono andato troppo col corpo all’indietro e la palla è finita così alta. In generale, credo di aver fatto ciò che mi avesse chiesto il mister. Non mi sentivo neanche stanco, le gambe si muovevano da sole. Esordire era il mio sogno da bambino, fin da quando ho giocato da piccolino per strada con gli amici».
Colangiuli, visibilmente emozionato, racconta come ha vissuto il post partita: «Il primo messaggio l’ho mandato a mio padre, anche se la prima chiamata l’ho fatta a mio nonno. Mi ha detto quanto fosse fiero di me e questa cosa mi ha tranquillizzato, ero contento. Ho spento il cellulare, mi è bastato. I miei erano con gli occhi lucidi, ho pianto anche io, insieme ai miei amici d’infanzia che mi hanno accolto allo stadio».
Il ruolo di Colangiuli e il modello: «In questo momento non ha importanza. Io gioco dove il mister mi chiede, qualsiasi posizione darò sempre il massimo. Il mio modello è Totti: lui è cresciuto a Roma e ha giocato solo con la Roma. Ho sempre voluto emularlo. È difficile fare ciò che ha fatto lui, in questo calcio ci sono pochissime bandiere. Tuttavia io sono da sempre legato ai giocatori che amano la propria maglia. Per me sarebbe troppo importante rimanere a Bari perché sono troppo innamorato di questi colori».
Fare tutta la scalata delle giovanili e realizzare il proprio sogno. Realtà per il giovane Colangiuli: «Passavo spesso davanti al San Nicola e mi dicevo sempre che un giorno avrei voluto giocarci. Indossare i colori del Bari nel settore giovanile è stato importante, ho sempre dato il massimo in ogni occasione».