Bari, parte la caccia alla generazione 2000: la priorità è individuare i giovani giusti da inserire in rosa

Parola d’ordine «giovani». Necessaria non solo «per entrare, ma anche per partecipare», evocando una celeberrima citazione del film Eyes Wide Shut. Lo scenario che attende il Bari non sarà all’insegna dell’eros sfrenato di gruppo, come nella pellicola di Kubrick, ma una Serie B dove i ragazzi avranno un ruolo davvero cruciale per ogni squadra. Per accreditarsi alle «stanze del piacere» (della vittoria) oltre alla parola chiave, è necessario presentarsi con propositi chiari e tanto coraggio. Quello che serve per gettare nella mischia profili magari ancora grezzi, ma con un potenziale da renderli pezzi pregiati nel tempo. Gli esempi sono illustri, anche nel recente passato. Il caso della Cremonese, neo promossa in Serie A, è solo uno dei fulgidi modelli che dimostrano come le idee spesso prevalgano sugli investimenti, soprattutto se operati in modo scriteriato.

Questa la premessa che probabilmente accompagna le giornate di fine primavera del direttore sportivo del Bari, Ciro Polito. In attesa di mettere nero su bianco il suo rinnovo, il dirigente campano è impegnato con costanza nell’individuare prima e sondare poi le carte più giuste da mettere nel mazzo di mister Mignani. Tante partite visionate da mesi, ultima la finale del campionato Primavera tra Inter e Roma, e gare anche di categorie minori per scovare ragazzi capaci di essere utili alla causa del Bari. Non si tratta solo di strategia, ma anche di impellenza, viste le regole dettate per la composizione delle liste che impongono di inserire non più di 18 over24, più due calciatori bandiera (chi ha militato per almeno quattro stagioni consecutive nello stesso club). Nessun limite invece per i giovani. Per questo pescare bene significa ipotecare il successo. Non solo sportivo, ma anche economico del club, in caso di investimenti patrimoniali.

Poi c’è un aspetto della vicenda molto pratico: il Bari potrà contare su un portafogli di tutto rispetto per la categoria, ma non paragonabile a quello di corazzate come le neo retrocesse dalla A, o altri club della B dalle spalle larghe e proprietà riconducibili a investitori o fondi americani, giusto per fare esempi. Attenzione, questo non vuol dire che la società di Luigi De Laurentiis starà a guardare, ma semplicemente che il budget messo sul piatto per gestire l’intera stagione dovrà essere usato con molta ponderatezza. Tradotto: niente follie, ma azioni mirate che risultino vincenti per essere competitivi. Tra le scelte passa ovviamente anche la scoperta di giovani promettenti, pronti a consacrarsi. La caccia è aperta.

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