Una camera satura di gas, con pericolosissime scintille, sempre più frequenti, che rischiano di innescare una potentissima “deflagrazione”. La vile aggressione ai danni di Ciro Polito rappresenta il segnale più inquietante del clima rovente che circonda, ormai da mesi, tutto l’ambiente biancorosso, a causa della disastrosa stagione del Bari, culminata in una disperata corsa salvezza.
I fatti
Accade tutto intorno alle 21 di domenica scorsa, dopo la gara esterna contro il Cittadella, terminata con un pareggio per 1-1. Il direttore sportivo non segue la squadra biancorossa all’aeroporto di Bologna, dove si sarebbe poi imbarcata su un volo per Bari, ma si mette in viaggio a bordo della sua auto, con accanto la moglie. Il manager dell’area tecnica fa quasi subito una sosta nell’area di servizio di Occhiobello, nel territorio di Rovigo (Pd), sull’autostrada A13 Padova-Bologna. Parcheggia la vettura e va in bagno. È qui che si consuma la violenza. Nella toilette Polito non è solo, ma incrocia un gruppo di tifosi pugliesi, anch’essi in viaggio dopo aver assistito al match del Tombolato. Secondo la ricostruzione i sostenitori del Bari (che non farebbero parte del tifo organizzato) e il Ds danno vita ad un confronto molto animato sul delicato momento della squadra in campionato, che purtroppo degenera. Volano parole grosse tra le parti. Polito viene prima aggredito verbalmente e poi al culmine della discussione qualcuno dei presenti lo spintona e gli rifila uno schiaffo, prima di dileguarsi facendo perdere le proprie tracce.
Le indagini
Il direttore sportivo del Bari, scosso per l’accaduto, ha subito sporto denuncia alla Polizia, dando il via alle indagini della Digos. Elementi utili all’identificazione dei responsabili arriveranno con ogni probabilità anche dall’analisi dei filmati del sistema di videosorveglianza della stazione di servizio, già acquisite dagli investigatori.
Il giallo delle dimissioni
Ieri si sono susseguite indiscrezioni secondo le quali Polito nel corso di una call fiume con i vertici societari avrebbe rimesso il suo mandato nelle mani di Luigi De Laurentiis, trovando l’opposizione dell’amministratore unico della SSC Bari. La ricostruzione è stata però smentita da fonti del club biancorosso.
La condanna del club
«Quando la ragione lascia spazio alla violenza abbiamo già perso tutti», ha stigmatizzato il club biancorosso attraverso una nota ufficiale con la quale ha manifestato «vicinanza e solidarietà al Ds Polito». Gli autori dell’aggressione sono stati definiti «vigliacchi che nulla hanno a che vedere con il tifo barese e con lo sport».
Aria pesante in vista di Bari-Brescia
I calciatori biancorossi hanno ripreso ieri pomeriggio gli allenamenti, svolgendo una parte della sessione a porte chiuse all’interno dello stadio San Nicola. Per il momento non è previsto che la squadra vada in ritiro, come invece era già accaduto dopo la sconfitta con il Cosenza e il pareggio interno con il Parma, quando tutto il gruppo si era blindato all’interno dei un albergo a pochi passi da Matera. Con ogni probabilità verrà predisposto un piano straordinario di sicurezza in vista del match in programma venerdì sera al San Nicola. Il timore di possibili incidenti, in caso di risultato negativo ed eventuale retrocessione in Serie C, è concreto.
Il livello della contestazione
È salito durante tutta la stagione. Prima diversi striscioni dai contenuti duri nei confronti della famiglia De Laurentiis. Poi, a partire dalla trasferta di Lecco del 3 dicembre, cori pesantissimi contro la stessa società, accompagnati in seguito da altri striscioni comparsi per le strade di Bari e della provincia. Quindi la contestazione all’esterno della porta numero 8 del San Nicola dopo la sconfitta contro la Reggiana del 27 gennaio. Non sono mancati anche momenti di ulteriore tensione quando alcuni tifosi hanno tentato di avvicinarsi a Luigi De Laurentiis, in tribuna autorità, insultandolo con pesanti epiteti. Diversi i casi avvenuti durante la stagione, che hanno indotto di recente gli organi di polizia a mettere sotto scorta il presidente del Bari.