Se è vero che “l’abito non fa il monaco” è altrettanto vero che nel calcio l’ “outfit” da indossare sul terreno di gioco spesso fa la differenza. Ne sa qualcosa Pasquale Marino, chiamato a sciogliere prima di tutto il nodo tattico in vista della gara che il suo Bari affronterà domani alle 16.15 sul campo del Lecco, sfida valida per la 15a giornata di serie B. Proprio la scelta del modulo da schierare contro la formazione di Bonazzoli è uno dei temi principali che scandiscono la vigilia del match. Il dubbio riguarda la conferma del 3-5-2 “dinamico” utilizzato nelle ultime quattro gare (3-4-1-2 in fase di possesso) o la possibilità di rispolverare il 4-3-2-1, assetto ereditato dall’ex tecnico dei biancorossi Michele Mignani e di fatto portato avanti nelle ultime due stagioni prima dell’esonero.
I motivi di riflessione. Tra le cause che potrebbero indurre l’allenatore siciliano ad un eventuale passo indietro c’è senza dubbio la carenza di equilibrio mostrata dai biancorossi nelle ultime due partite, durante le quali il Bari, seppur con dinamiche diverse, ha subito ben 6 gol, a fronte delle tre reti incassate nelle prime tre uscite della gestione Marino. C’è poi una questione di natura tecnico-tattica che non si può certo sottovalutare: non è un mistero che l’attuale organico non sia stato costruito dal ds Ciro Polito per il 3-5-2. Assetto scelto piuttosto dal 61enne di Marsala, subito dopo il suo insediamento, con l’obiettivo di tentare di scuotere una squadra ritenuta piatta e alle prese con una evidente criticità nella produzione offensiva. Sono dieci i gol segnati nel corso delle 5 partite della nuova gestione tecnica, otto quelli al passivo. Davvero troppi per una squadra candidata alle zone medio-alte della classifica e oggi relegata in decima posizione, a -4 dall’ottavo posto, l’ultimo valido per l’accesso ai playoff.
La coperta corta. I leggeri acciacchi lasciati in eredità dalla gara con il Venezia hanno certamente evidenziato la carenza di uomini soprattutto in attacco. Nasti e Diaw, vittime rispettivamente di una leggera distorsione alla caviglia e di una contrattura alla schiena, salvo sorprese dovrebbero essere convocati per la partita di domani. Da valutare sono soprattutto le condizioni dell’ex Modena. La sensazione è che difficilmente potranno essere recuperati entrambi nell’ottica di una maglia da titolare. Cambiare modulo, optando per un 4-3-2-1 o un 4-3-3, permetterebbe a Marino di non rischiare contemporaneamente le uniche due punte centrali in organico, potendo schierare anche i tanti attaccanti esterni a disposizione. Tra questi ultimi c’è Morachioli, il più sacrificato dal passaggio alla difesa a tre e finito nel dimenticatoio, non solo per problemi fisici. C’è poi la questione Aramu: il 28enne piemontese, in palese affanno dal punto di vista atletico e nell’esprimere le sue qualità, non ha mai nascosto lo scarso gradimento verso il 3-5-2. Un modulo che già l’anno scorso con il Genoa, nella seconda parte del campionato, si era dimostrato parecchio indigesto per l’ex attaccante del Venezia, come evidenziato dallo stesso calciatore in una recente intervista.
Gli altri dubbi. Con il Lecco si rivedrà Acampora in mezzo al campo per fare le veci di Maiello, che da ieri ha ricominciato a correre dopo l’operazione al ginocchio destro. Maita è favorito su Koutsoupias nel ruolo di mezzala destra, visto che il centrocampista greco ha appena recuperato dalla botta subita nella gara con il Venezia. Se invece l’ellenico dovesse farcela, Maita si sistemerebbe a sinistra, con Sibilli riproposto nelle vesti di trequartista. Diversamente l’attaccante napoletano potrebbe giostrare nel ruolo di interno di sinistra, pronto ad aprirsi in fase offensiva. In attacco Achik è in odore di una maglia da titolare. Ballottaggio Dorval-Pucino sulla corsia destra della difesa, con il secondo favorito.