Prima la crisi e la paura di non farcela, quindi la reazione decisiva per blindare la promozione in serie B, per arrivare ad un’estate magica, prologo di un girone di andata sorprendente nel torneo “cadetto”: è da Oscar il film del 2022 biancorosso, premiato con una pioggia di “statuette”, in tutte le categorie.
Va senza dubbio al direttore sportivo Ciro Polito il premio di miglior attore “non protagonista”: decisivo in chiave mercato, ma soprattutto uomo spogliatoio e ago della bilancia nei rapporti tra allenatore e squadra. Fondamentale il suo intervento quando a margine della sconfitta interna con il Campobasso, seconda caduta consecutiva al San Nicola, dopo il ko con il Messina e il pareggio con il Catania, si presenta davanti ai microfoni per scusarsi con la città: «Mi vergogno della sconfitta, ma vi garantisco che la squadra risponderà; sono sicuro che tra mille difficoltà arriveremo all’obiettivo». Parole profetiche, che fanno da viatico a tre tappe cruciali nella scalata alla B: il pareggio sul pantano di Foggia, ottenuto grazie ad un eurogol di Mallamo, quindi il successo con la V. Francavilla al San Nicola, nel segno del redivivo Citro, e la partita perfetta sul campo del Catanzaro, principale antagonista per la promozione, capace di recuperare 8 punti di svantaggio alla capolista. Il resto del campionato solo una breve passerella fino al 3 aprile, giorno nel quale il Bari, battendo fuori casa il Latina con un gol di Antenucci, riconquista la Serie B. Il bagno di folla all’1 di notte all’esterno del San Nicola con cui è stata salutata la squadra di ritorno dal Francioni e la salita sul “predellino” di Polito, accolto come un “messia”, sono le immagini iconiche di un traguardo agognato dopo 4 anni di “inferno” e “purgatorio”. In copertina c’è anche la festa di Bari-Palermo e i 40mila scesi in piazza per festeggiare la promozione.
Tra qualche mugugno a causa di un prolungato silenzio societario e la battaglia legale della famiglia De Laurentiis contro la Federcalcio sulla multiproprietà (culminata con la proroga al 2028 del divieto di possedere due squadre in ambito professionistico), si arriva all’avvio del mercato e alla preparazione estiva di Roccaraso: finalmente, dopo due estati complicate per il Covid, il Bari si presenta sull’Alto Sangro al gran completo, permettendo a Mignani e al suo staff di lavorare con intensità e in modo meticoloso, curando ogni dettaglio in vista della nuova stagione. Sarà la chiave per un avvio di campionato col botto: la squadra pugliese, grazie all’ossatura collaudata “formato Serie C”, ad innesti mirati, come il portiere fenomeno Caprile, Vicari in difesa e Folorunsho a centrocampo, e all’exploit di Cheddira, brucia tutti sui blocchi di partenza. Fuochi d’artificio subito in Coppa Italia, con le vittorie contro Padova e soprattutto Verona al Bentegodi, entrambe nel segno dell’italo-marocchino, autore di 5 gol in 180 minuti. Non è un fuoco di paglia: i biancorossi, ancora trascinati da Cheddira, poi convocato dalla Nazionale del Marocco e volato in Qatar, mettono paura al Parma nell’esordio in B del Tardini, quindi volano in trasferta, battendo Perugia, Cosenza, Cagliari e Venezia, prendendosi addirittura la vetta dopo il 6-2 casalingo con il Brescia. Sarà il punto più alto di un avvio da sogno, capace di mantenere vivo l’entusiasmo dei tifosi, inanellando record su record al San Nicola, divenuto in breve il “tempio del calcio” più popolato in Serie B, sesto in Italia nel confronto con le big della A. Il momento di flessione tra la nona e la sedicesima giornata, caratterizzato da un rendimento interno non all’altezza di un pubblico straordinario, non possono macchiare un anno solare indimenticabile, destinato a restare uno dei capitoli più memorabili della storia biancorossa. Con l’alba del 2023 la speranza è che il Bari possa iniziare a scrivere un’altra sceneggiatura da OscAr.
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Di Serena Nuzzaco24 Novembre 2024