Bari, le scelte di Iachini che smentiscono il mercato invernale: i cambi che rompono vecchi equilibri e gerarchie

C’è molto di più del punto salvifico guadagnato. Il pareggio del Bari conquistato nella gara esterna contro il Modena ha lasciato in eredità qualcosa che potrebbe essere destinato a rivoluzionare scelte e gerarchie nelle ultime 7 partite del campionato di serie B. Le sostituzioni varate da Iachini tra primo e secondo tempo rappresentano, forse, un punto di non ritorno. Il segnale inequivocabile di chi, pienamente cosciente di una squadra risucchiata ai confini dell’inferno (+1 sui playout) e dei limiti sul piano tecnico, fisico e caratteriale di alcuni elementi della squadra, ha deciso di non guardare più in faccia nessuno. Due mosse della disperazione, tra le quali una senza dubbio sorprendente, che vanno inquadrate come l’ennesima sonora bocciatura del calciomercato, ad oggi risultato, in entrambe le sessioni, fallimentare.

Colangiuli per Puscas

Un Primavera, al debutto assoluto in prima squadra dopo la convocazione a sorpresa, per l’acclamatissimo “re” del budget di gennaio, nonché il calciatore più pagato della rosa biancorossa. Dopo 45 minuti di ignavia, tra errori in disimpegno, poca corsa e, soprattutto, la solita evanescenza offensiva, il tecnico marchigiano ha richiamato in panchina l’attaccante romeno, mandando sul terreno di gioco al suo posto il 19enne del vivaio. Iachini ha provato a giustificare l’ennesima prestazione incolore del 27enne ex Genoa ascrivendone le responsabilità ai postumi della “fatiche” con la nazionale romena. Un alibi che però non può reggere, considerando che Puscas ha passato in panchina tutti i 90’ della gara amichevole della Romania contro la Colombia, disputata lo scorso 26 marzo. L’attaccante del Bari ha invece giocato per intero il primo test contro l’Irlanda del Nord, in data 22 marzo, quindi ben dieci giorni prima del match di campionato contro gli emiliani. La verità come sempre la raccontano i numeri: 2 gol in 11 presenze, delle quali 8 da titolare, rappresentano un bottino troppo magro per giustificare l’ingente investimento compiuto in sede di mercato invernale per l’attaccante, considerato, come poi ha rivelato il ds Polito, «il primo e l’unico vero obiettivo di gennaio». La speranza è che Puscas possa vivere le ultime 7 gare del torneo cadetto all’insegna del riscatto, personale e di squadra. Nel frattempo resta la traccia lasciata dal 2005 Colangiuli, entrato con grande entusiasmo, determinazione e con la giusta dose di spregiudicatezza che ci si aspetta da un “millennial”, e che stava per permettergli di consacrare con un gran gol il suo battesimo in prima squadra.

Aramu per Sibilli

È ancora presto per poter giudicare, ma la sensazione è che il 28enne piemontese, fresco di reintegro per motivi di necessità dopo la sua “defenestrazione” di gennaio, si sia proposto con uno spirito più battagliero e volitivo rispetto a quanto mostrato nelle sue prime 13 presenze stagionali. Iachini lo ha mandato in campo al posto di Sibilli, anche in questo caso a inizio secondo tempo, proponendolo nel finto tridente “leggero”, composto anche da Colangiuli e Morachioli. Che Aramu potesse giocare uno spezzone di gara era più che prevedibile. Molto meno pronosticabile invece che potesse raccogliere il testimone dal capocannoniere dei biancorossi, estromesso dalla gara per tutta la ripresa contro il Modena. Anche in questo caso Iachini si è affidato alla diplomazia, spiegando di non aver voluto «correre rischi dopo l’ammonizione» per proteste nei confronti dell’arbitro, incassata dal numero 20 nel primo tempo. Non è però passato inosservato il gesto plateale dell’attaccante, che in presa diretta, secondo la testimonianza di numerosi tifosi e addetti ai lavori presenti al Braglia, sembrava essere indirizzato proprio al suo allenatore. Nonostante la smentita del Club, che ha spento sul nascere il caso, l’episodio si pone come l’ennesima testimonianza della grande tensione che si registra nello spogliatoio biancorosso. Certamente perdere ora sul piano mentale e tecnico un calciatore come Sibilli sarebbe un altro harakiri imperdonabile.

Il ritorno di Bellomo

Anche in questo caso si tratta di una scelta dirompente con la storia recente. Dopo 10 panchine nelle precedenti 11 partite, il 33enne di Bari vecchia si è rivisto in campo nel finale della gara contro il Modena. Dodici minuti, più recupero, fatti di corsa, fame, assist e un tiro al volo stoccato appena fuori dall’area di rigore che stava per regalare i 3 punti alla sua squadra. C’è da chiedersi perché, data la pochezza sul piano fisico e tecnico di molti dei centrocampisti offensivi a disposizione, Bellomo non possa essere un uomo al quale affidare la missione salvezza. Forse il carattere e l’attaccamento alla maglia di chi ha sangue barese possono risultare qualità preziose per una squadra chiamata a difendere la Serie B, senza fronzoli, capricci, poca voglia di contribuire alla causa ed inutili egocentrismi.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Exit mobile version