«Non c’è nessun segreto, il mio modus operandi è quello di chi lavora ogni giorno per migliorare i suoi difetti. Solo così si ottengono risultati dentro e fuori dal campo». Walid Cheddira, fresco capocannoniere della Coppa Italia, non si scompone nonostante l’avvio monstre in stagione, con la casella dei gol che segna un bel cinque come le marcature messe a referto nelle prime due gare ufficiali della competizione nazionale. Doppietta con il Padova e sette giorni dopo tre centri nella porta del Verona. Score che ha portato il nome dell’italo marocchino alla ribalta delle tv nazionali e sulle pagine dei principali quotidiani sportivi italiani. In una settimana Cheddira si è trasformato da «Carneade» di una neo promossa in B ad un attaccante a tratti incontenibile, capace di annichilire con giocate spettacolari e di qualità una formazione classificatasi nona nell’ultimo campionato di Serie A: «Fa sicuramente piacere, mi dà una mano per lavorare al meglio e per avere grande entusiasmo. Soprattutto è da stimolo per una bella prestazione sia personale che di squadra nella prima di campionato», racconta il 24enne di Loreto che si mostra in sala stampa tenendo in mano con fierezza il pallone della tripletta segnata al Bentegodi.
Destino curioso quello del numero undici biancorosso che venerdì sera farà visita proprio alla «sua» Parma in occasione dell’esordio del Bari nella serie cadetta. Wualino, come è stato ribattezzato Cheddira dai tifosi biancorossi, sfiderà la squadra che fino a poche settimane fa era proprietaria del suo cartellino, ingaggiando un vero e proprio braccio di ferro con il club di Luigi De Laurentiis per assicurarsene le prestazioni. Pur non avendo vestito la maglia del Parma in gare ufficiali il club emiliano non ha mollato facilmente la presa se non dopo un accordo che permetterà ai gialloblu di incassare il 50% dell’eventuale rivendita dell’attaccante. Clausola determinante per la cessione al Bari ad una cifra di «soli» 150mila euro. «Sono contento di essere stato riscattato e far parte di questa famiglia. Ho passato l’estate in totale tranquillità. Sapevo che il mio procuratore e il direttore stavano lavorando per me».
Dopo la Coppa riflettori ora puntati sulla sfida del Tardini: «Giocheremo una partita difficile, contro una squadra forte, che pressa tanto e ti toglie spazi; occorrerà essere molto concentrati e tenere l’intensità molto alta. Perché non ho mai giocato con il Parma? Sarebbe una domanda da fare a loro. Magari ci sono state delle dinamiche che hanno fatto sì che questo non accadesse».
Cheddira con ogni probabilità venerdì sera ritroverà il suo compagno di reparto Antenucci, definito un «grandissimo giocatore»: «Lo ammiro e cerco sempre di rubargli qualcosa in allenamento». Non spaventano intanto le mosse di mercato che porteranno il ds Polito ad individuare una punta centrale di peso da inserire nella batteria di attaccanti: «Sicuramente non guardiamo a quello che accade di fuori. Ci concentriamo più sul campo. Se dovesse arrivare qualcuno sicuramente ci darà una grande mano e lo accoglieremo nel nostro gruppo con il sorriso».
Per ora il presente dell’attacco del Bari si chiama Walid Cheddira. L’avvio di stagione scoppiettante, diametralmente opposto a quello timido di un anno fa, è frutto del grande lavoro del giocatore durante l’estate, soprattutto sul piano tecnico, come per stessa ammissione dell’italo marocchino: «Un anno per un giocatore è fondamentale, acquisisci sicurezza ed esperienza: è un anno in più di errori da non commettere. Io sto bene, mi sento bene e sono sicuro dei miei mezzi. Di certo c’è tanto da limare, ma cerco sempre di lavorare per togliere questi difetti».
L’ex Parma guardando al campionato ormai prossimo non fissa target numerici in termini di gol: «Punto sempre a fare il meglio possibile, poi quello che viene, viene. Non ho mai chiuso in doppia cifra e sicuramente per un attaccante arrivarci è un ottimo risultato».
Motivazione e stimoli di Cheddira sono anche quelli di un Bari pronto a fare da guastafeste alle big del torneo di B: «Abbiamo grande fame, la vedo e domenica (con il Verona, ndr) ne abbiamo dato prova, ribaltando il punteggio contro una squadra di Serie A. Pensiamo partita dopo partita e cerchiamo di portare il risultato a casa e fare più punti possibili».
Sul futuro ed eventuali sirene dalle corazzate di A il classe ’98 non si sbilancia, pur ammettendo che «quando arrivano un certo tipo di chiamate è difficile dire di no, ma devo ancora migliorare tanto per arrivare a quei livelli».