«Questo è solo l’inizio, siamo pronti ad una ‘battaglia’ ancora più dura». È l’urlo dei 5mila tifosi del Bari che ieri hanno invaso il centro del capoluogo pugliese per gridare forte e chiaro “no alla multiproprietà”.
L’appello lanciato nei giorni scorsi dal direttivo della Curva Nord, per invitare tutto il popolo biancorosso a scendere in piazza, ha ricevuto una risposta senza precedenti, in termini di partecipazione nella storia calcistica di Bari.
Non solo ultras, ma uomini e donne di tutte le età, mamme, papà con passeggini al seguito e cani al guinzaglio. C’erano davvero tutti ieri pomeriggio al molo San Nicola, punto di raccolta della manifestazione, da dove è partito un corteo che ha sfilato attraverso un pezzo del lungomare Nazario Sauro, corso Vittorio Emanuele, per arrivare in piazza Prefettura, tappa finale.
Qui il leader dei Seguaci, gruppo tra i più rappresentativi della Nord, ha tenuto un discorso sul predellino di un pick-up, parlando alla folla con un microfono collegato ad un amplificatore. Ripercorsi i 6 anni di gestione De Laurentiis: dalla ripartenza in Serie D, passando dal triennio in C, per arrivare alle ultime due stagioni di B.
«Ci siamo sempre stati, quest’anno in una misera partita dei playout eravamo 34mila e abbiamo stabilito il record stagionale di presenze», il messaggio di rivendicazione, rivolto con orgoglio alla piazza. Nel frattempo in testa al corteo è stato srotolato uno striscione lungo oltre 30 metri che recitava “Bari contro la multiproprietà”. Il disco è sempre lo stesso. Quello che ha fatto da colonna sonora a tutta l’ultima stagione, al San Nicola, come in trasferta.
Il tifo barese è stanco di una “doppia” gestione, che si ritiene non sia più compatibile con le ambizioni di una piazza desiderosa di sognare e di vivere palcoscenici ben diversi da quelli calcati nel recente passato. «Che Luigi (De Laurentiis) si separi dal padre (Aurelio) e gestisca in modo autonomo il Bari», l’appello ribadito dalla piazza. In realtà un principio in antitesi con le attuali norme che regolano la multiproprietà e che, paradossalmente, coincide proprio con gli obiettivi della famiglia De Laurentiis. Ossia gestire Napoli e Bari senza il “cappio al collo” dei vincoli disposti dalla FIGC. «Bari non è la seconda squadra di nessuno, non abbiamo alcuna intenzione di vivacchiare fino al 2028», hanno urlato ancora dalla piazza. Il riferimento è al termine che sancisce il divieto assoluto di multiproprietà inizialmente fissato a giugno 2024, e poi prorogato al 2028 dopo l’accordo tra la Filmauro e il presidente della Federcalcio Gravina, nell’estate 2022.
I tifosi chiedono chiarezza alla famiglia De Laurentiis, ma allo stesso tempo hanno rivolto un invito al tessuto imprenditoriale, locale e non, di avvicinarsi al Bari. Tra i tanti appelli anche uno ai candidati sindaci, impegnati nelle elezioni amministrative dell’8 e 9 giugno prossimi: «Vigilate sul Bari e su questa situazione. Chiediamo al prossimo sindaco che intervenga affinché lo stadio non venga più concesso gratuitamente, visto che è stato ristrutturato con i soldi dei baresi».