Bari, la fase difensiva “sotto attacco”: otto gol subìti dai biancorossi nelle ultime 5 gare

Se l’attacco piange, la difesa non ride. L’adattamento del noto proverbio riferito alla crisi tra Sparta e Atene durante la guerra del Peloponneso fotografa in modo plastico il momento del Bari nel campionato di serie B. Al secondo peggior attacco del torneo (29 gol segnati) fa il paio una manovra difensiva che nell’ultimo periodo ha subito letteralmente un tracollo.

Allarme rosso

La porta di Brenno è stata bucata ben 8 volte nelle ultime 5 gare. Sudtirol-Bari 1-0, Catanzaro-Bari 2-0, Bari-Spezia 1-1, Venezia-Bari 3-1, Bari-Sampdoria 0-1. Il peso specifico di un passivo così robusto è stato accentuato dalla cronica crisi dell’attacco, sfociata in soli due gol segnati. L’effetto negativo si è riflesso nella differenza reti pari a -6, molto simile al dato della classifica generale (-8) dopo 30 partite.

Il “nuovo” modulo sotto esame

Quattro indizi fanno più di una prova. Sette delle otto reti incassate dalla squadra biancorossa negli ultimi cinque appuntamenti del torneo sono maturate quando il Bari è stato schierato da mister Iachini con il 3-5-2, ossia proprio nelle ultime quattro gare. L’assetto con la difesa a tre è stato varato a partire dalla trasferta nefasta di Catanzaro e poi sempre confermato. Nonostante evidenti problemi di equilibrio, suffragati da statistiche impietose relative ad entrambe le fasi di gioco, il tecnico marchigiano sta continuando a coltivare il suo credo tattico, convinto che prima o poi possa dare i suoi frutti e che la «ruota inizi a girare».

La dinamica dei gol al passivo

L’interrogativo da porsi è il seguente: si possono ascrivere delle responsabilità al 3-5-2? Le statistiche vengono in soccorso per tentare di rispondere al quesito. Tre dei 7 gol incassati nelle ultime quattro gare disputate con il modulo oggetto di analisi sono derivate da palla inattiva. Nel dettaglio si tratta della rete di Vandeputte (su punizione dal limite), che ha regalato il momentaneo vantaggio al Catanzaro, e dell’uno-due mortifero del Venezia in avvio di gara, firmato da Gytkjaer e Altare sugli sviluppi di due calci d’angolo. I segnali più pericolosi in realtà riguardano gli altri 4 gol al passivo. Il Bari è stato infilato per vie centrali due volte: in occasione della rete di Iemmello, valida per il 2-0 del Catanzaro, e sul gol partita di Kasami nell’ultimo match perso contro la Sampdoria. Inquietante anche il gol subito da Mateju dello Spezia, dopo un traversone da centrocampo che ha trovato impreparata l’intera retroguardia biancorossa. Da matita blu anche il jolly pescato da Pohjanpalo che ha chiuso i conti nella sfida disputata allo stadio Penzo, portando il Venezia sul 3-1. In tutti i casi presi in esame si è trattato di errori maturati in situazioni di «semplice lettura», come ammesso poi dallo stesso Iachini. Leggerezze, anche di carattere individuale, che tuttavia hanno denotato problemi di equilibrio soprattutto sulla linea mediana.

Un uomo in meno

Come noto è Sibilli l’ago della bilancia. Il numero 20 agisce da finto trequartista in fase di possesso, mentre veste i panni di interno sinistro quando il Bari è chiamato a difendere. L’effetto che ne deriva è duplice: da un lato, nelle intenzioni, l’attaccante napoletano dà quantità e qualità alla manovra offensiva, dall’altro, inevitabilmente, lascia a Benali e all’altra mezzala l’onere di coprire una maggiore porzione di campo. Una strategia rischiosa, che, come accaduto in più di una occasione nel recente passato, ha prestato il fianco per delle imbucate proprio in verticale. A questo si aggiunge che le caratteristiche più difensive dei terzini, adattati ad esterni di centrocampo, hanno potato spesso la squadra a schiacciarsi verso la propria area di rigore, andando a comporre un vero e proprio 5-3-2 in fase di non possesso.

Con Aramu, possibili novità?

I primi allenamenti della settimana hanno indicato chiaramente come Iachini stia proseguendo dritto per la sua strada. L’imminente ritorno in gruppo dell’attaccante piemontese, che verrà reintegrato in lista presumibilmente al posto di Menez, ancora vittima di guai al ginocchio destro, potrebbe indurre a qualche riflessone l’allenatore di Ascoli Piceno. Sarà decisivo, nell’ambito di questioni tattiche, l’inquadramento in campo del 28enne ex Venezia, che può essere utilizzato da trequartista, da esterno destro e da seconda punta.

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