“Menomale che Mirco c’è”: il ritornello di un noto inno politico del passato potrebbe essere mutuato e intonato anche nello spogliatoio del Bari. Quando il bomber molisano è in campo la sua presenza non solo si nota, ma diventa propedeutica per il risultato finale, nel bene e nel male, e, soprattutto, per l’efficacia della fase offensiva.
Al contrario quando il 38enne ex Spal resta fuori dalla contesa i guai sono quasi sempre dietro l’angolo.
Come sempre in soccorso delle tesi arrivano i numeri: proprio le partite e le porzioni di gara senza il Numero 7 in campo sono quelle nelle quali i biancorossi hanno mostrato le maggiori lacune in fase offensiva. Esattamente ciò che è accaduto negli ultimi quattro appuntamenti, quando, senza l’esperto attaccante, il Bari non è riuscito a segnare nemmeno un gol. Non solo.
Le reti al passivo, quattro in totale, sono maturate proprio in assenza del classe ’84: i gol degli ascolani Simic e Dionisi, realizzati nella ripresa, subito dopo l’uscita dal terreno di gioco di Antenucci.
Il jolly da tre punti firmato da Borrelli per il Frosinone, gara nella quale il 38enne di Termoli era stato sacrificato alla mezzora dopo l’espulsione di Bellomo, e, ultima, la marcatura di Improta.
Credere che possa trattarsi di coincidenze diventa complicato.
Così come non può essere una casualità il gol che ha interrotto a Benevento la lunga astinenza in attacco del Bari, durata ben oltre quattro partite, arrivato proprio in seguito all’ingresso sul terreno di gioco di Antenucci, al posto di Scheidler. La sua presenza, anche grazie ad un atteggiamento esemplare, ha immediatamente fatto da sveglia a tutta la squadra.
La sagacia tattica e movimenti strategicamente perfetti hanno quindi permesso ai biancorossi di trovare quegli spazi che fino a circa un’ora di gioco erano stati quasi inesistenti sul fronte offensivo.
Il tema dunque merita un’attenta riflessione, perché la qualità, l’esperienza e la maturità calcistica di un giocatore come Antenucci rappresentano indubbiamente un valore aggiunto, imprescindibile.
Al contempo, far dipendere gli equilibri della squadra, soprattutto in fase offensiva, dall’attaccante molisano, potrebbe diventare un limite, se non un grosso problema, laddove il giocatore dovesse mancare, o subire un fisiologico calo fisico.
Fa specie il doppio volto mostrato dal Bari negli ultimi 180 minuti, pur presentandosi in campo con lo stesso attacco, orfano del Numero 7: Botta, alle spalle di Cheddira e Scheidler.
Un trio internazionale sull’asse argentino, italo-francese che prima ha stupito in positivo (anche sprecando) contro la Ternana, e poi si è trasformato dopo settimana successiva in una brutta copia carbone.
Come sempre la verità sta nel mezzo. Il Bari non è solo Mirco Antenucci, ma al contempo non si possono trascurare dati che sanciscono quanto sia fondamentale l’utilizzo del giocatore arrivato nel capoluogo pugliese nell’estate 2019.
Nella stagione in corso di Serie B sono cinque i gol del 38enne attaccante, messi a referto in undici presenze, nelle partite con Parma, Perugia, Spal, Brescia e Venezia, per un totale di 748 minuti giocati.
In vista della probabile partenza di Cheddira per i Mondiali del Qatar toccherà individuare il partner che dovrà fare coppia con il bomber molisano. Scheidler è in pole position. Una scelta obbligata a causa della cronica indisponibilità di Ceter e di compagni di reparto finora non all’altezza del Bari.