«L’uomo giusto per Bari e per il Bari». La prima investitura per Fabio Caserta, che a breve diverrà ufficialmente il nuovo allenatore della squadra biancorossa, arriva da Marco Giannitti. Il 54enne direttore sportivo di Nettuno è da considerarsi il ‘padre putativo’ del primo successo in panchina del 46enne calabrese, ottenuto con il Perugia al termine della stagione 2020-21, culminata con la promozione in Serie B degli umbri. Una vittoria che peraltro avvicinò anche lo stesso Giannitti al club biancorosso.
«Fabio è un uomo del Sud, ha un carattere solare, si lega molto alle persone ed è disponibile con tutti» spiega il ds laziale, definendo giusta la scelta compiuta dai sui colleghi Magalini e Di Cesare. «Penso che la società del presidente De Laurentiis abba deciso di puntare su Caserta anche in considerazione dei playoff raggiunti con il Catanzaro».
La tattica
«Un allenatore capace di valorizzare le caratteristiche della squadra. Secondo Giannitti è questa la virtù più spiccata del tecnico in pectore del Bari. «È molto duttile, non sposa i sistemi di gioco ma si adatta alle qualità dei suoi calciatori. Plasma la squadra in base alle sue caratteristiche. A Perugia – ricorda l’ex direttore sportivo dell’Ascoli – era partito con il 4-3-3 per poi passare al 3-5-2, modulo che fu decisivo per la nostra cavalcata».
Non ha dubbi Giannitti: la gestione del gruppo è il segreto alla base dei successi raccolti in carriera da Caserta. «Nello spogliatoio punta sulla coesione. È molto empatico con i giocatori. Nel ‘mio’ Perugia ho visto un gruppo coeso, la gestione di Fabio è stata davvero importante. Fu una cavalcata figlia di compattezza e credibilità».
L’ago della bilancia
Non è un mistero che l’avventura di Caserta sulla panchina del Bari parta decisamente in salita. Non soltanto a causa della ridotta libertà di manovra sul mercato, ma anche per effetto di una piazza delusa, frustrata dall’attuale gestione societaria e il cui entusiasmo è ai minimi termini. «Adesso – osserva Giannitti – è fondamentale che il Bari risolva le problematiche di natura ambientale. Bisogna trovare il modo per ricomporre la frattura. Perché la tifoseria può spostare gli equilibri, nel bene e nel male. Se la piazza è coesa, Fabio Caserta può diventare un valore aggiunto».
Le sensazioni
Giannitti è uno che se ne intende di vittorie. Basti pensare non solo al successo con il Perugia, ma anche al periodo d’oro con il Frosinone. Un curriculum professionale che pesa rispetto alla sua convinzione sulla storia recente del Bari e sulle prospettive in vista della prossima stagione: «Sono convinto che il Bari allestirà anche stavolta una bella squadra. Ritengo che anche l’anno scorso avesse un ottimo organico. Forse numericamente a centrocampo mancava qualcosa all’inizio, ma la lacuna è stata colmata a gennaio con l’arrivo di Maggiore.
Per me poteva assolutamente lottare per un posto ai playoff. È stato un peccato perché avrebbe potuto dire la sua una volta raggiunti gli spareggi promozione». Nessun dramma sulle probabili ristrettezze economiche: «Bisogna sfatare la questione del budget. Altrimenti, giusto per fare un esempio, la Juve stabia nella scorsa stagione non avrebbe mai fatto i playoff. Ci vogliono idee e scelte giuste per vincere. I calciatori l’anno scorso sono arrivati. Penso a Lasagna e a Mantovani, che me è il difensore top in Serie B. Un consiglio per Fabio Caserta? Di essere se stesso, perché la storia parla per lui, ha sempre fatto bene. Può aiutare l’ambiente a compattarsi, con i risultati, la serietà e l’umanità. Lui è molto empatico anche con i tifosi».
