Alla vigilia della delicatissima sfida casalinga contro lo Spezia, il Bari si interroga su come superare l’impasse in zona offensiva. Un tema analizzato con l’ex attaccante biancorosso Antonio Soda, autore di 9 gol in due stagioni con la maglia dei Galletti, nel biennio ’90-’92 e doppio ex in vista della sfida al “San Nicola” contro i liguri.
Soda, quello del Bari sembra un problema cronico in attacco: questione di uomini, di moduli o di un “male” più profondo?
«Un po’ di tutto, bisogna trovare il modulo giusto per le caratteristiche dei calciatori e credo che Iachini troverà una soluzione. Se non si metteranno gli attaccanti in condizione di fare gol sarà complicato. Gli uomini ci sono, penso a Puscas, Menez, Nasti, in attesa di Diaw. Per il resto i gol arrivano in tanti modi, anche da palla inattiva. Ora però bisogna vincere, altrimenti si resta indietro».
Dieci gare senza segnare nemmeno un gol: un dato preoccupante…
«Secondo me Iachini troverà la quadra. È fondamentale che si individui il modulo giusto, insieme a soluzioni al livello collettivo e fisico. I gol degli attaccanti sono indispensabili per vincere le partite e risalire in classifica».
A parte Sibilli il vuoto. Crede ci siano responsabilità nell’allestimento della rosa?
«Il ds Polito ha fatto sempre bene, trovando calciatori adatti al caso del Bari. Qualcuno non ha reso rispetto a quanto ci si attendeva. Complici gli infortuni e lo scarso rendimento, è diventato tutto più difficile perché non c’è stata continuità. Qualche problema c’è».
Con Iachini la musica sembrava essere cambiata…
«Le due vittorie avevano dato morale, ma dopo le successive due sconfitte si è persa di nuovo l’autostima».
Eppure col Catanzaro il Bari ha mostrato piccoli passi avanti, ma senza portare a casa punti: un segnale di allarme?
«Bisogna ripartire dalla prestazione, certo non dal risultato. È necessario trovare soluzioni per vincere quando si gioca bene. Perdere ancora, facendo una buona prestazione, sarebbe grave».
Parliamo dell’ennesimo cambio di modulo (3-5-2), una svolta che però rischia di penalizzare gli esterni, non è un paradosso?
«Sì. Tre moduli per tre allenatori. Sta a Iachini ora trovare l’abito tattico giusto e individuare la comfort zone per tutti. Non basta la prestazione, serve altro».
Parliamo del resto della squadra: i difensori hanno segnato più dei centrocampisti…
«Mancano centrocampisti di inserimento capaci di fare 6-7 gol. Ci sono palleggiatori, ma non quei profili che vadano sotto porta e ti mettano la palla dentro».
Il Bari ha il carattere giusto per tirarsi fuori dal pantano?
«I giocatori sono esperti. Bisogna andare avanti e trovare l’identità giusta per fare un finale scoppiettante. Per questo Iachini sta lavorando su aspetti tattici e sulla mentalità».
Nonostante tutto i playoff restano a 3 punti: crede siano un obiettivo possibile o meglio guardarsi le spalle?
«Il target è raggiungibile, ma il Bari non deve più perdere punti. È tutto il collettivo che deve tirarsi fuori. La prestazione è una cosa importante per migliorare tutti i dettagli. Il Bari è sempre il Bari, deve trovare al più presto delle soluzioni. Servono vittorie e continuità».
Domenica al “San Nicola” arriva lo Spezia, uno “spareggio salvezza” da non fallire.
«È una bella gatta da pelare. Questa è una partita difficile. Il Bari troverà una squadra ferita dopo il ko casalingo con la Feralpisalò, che si gioca tutto in questa partita. Sarà una gara pericolosa. Anche lo Spezia era partito per altri obiettivi, ma non sarà facile nemmeno per la squadra di D’Angelo. Il Bari può vincere, ma attenzione ai liguri che hanno fatto molto meglio fuori casa».
Da ex bomber biancorosso, ha qualche consiglio per gli attaccanti del Bari?
«Bisogna restare tranquilli, avere fiducia in se stessi, nella squadra, nell’allenatore e lavorare per conoscere alla perfezione i movimenti. Io mi esercitavo sempre vicino alla porta, nel tiro, nel colpo di testa, sui calci piazzati».
Ci vorrebbe proprio un attaccante come Antonio Soda…
«Io prendevo le botte mentre Platt arrivava da dietro e faceva gol. Sono fondamentali gli attaccanti che fanno salire la squadra e giocano spalle alla porta. Di recente abbiamo visto contro il Bari Pecorino. Iemmello non ha quelle caratteristiche, ma è completo. Purtroppo in B ce se non pochi di attaccanti così. Molti attaccano la profondità».
Come se ne esce?
«Bisogna darsi una mossa, tutti devono dare una mano. Non si possono aspettare i gol dei difensori. Se si vuol puntare in alto serve il contributo di tutto il collettivo. Questo si fa attraverso il gioco. Ora c’è il rush finale, che va fatto alla grande».