Che stangata! Non è il nuovo titolo di un film prodotto da Aurelio e Luigi De Laurentiis, ma l’effetto della squalifica inflitta dal giudice sportivo a Nunzio Lella: il centrocampista del Bari, espulso al 53’ dell’ultima gara casalinga pareggiata 1-1 contro il Cosenza, è stato fermato per due giornate di campionato.
Ad inasprire la sanzione applicata al 24enne di Santeramo in Colle, come si evince dal dispositivo diffuso ieri dal giudice sportivo, è stata «la condotta gravemente antisportiva» del calciatore, «reo, nel tentativo di liberarsi da una marcatura, di aver colpito con una gomitata all’addome un giocatore della squadra avversaria».
L’episodio controverso, oggetto di numerose recriminazioni da parte del Bari nel post partita, riguarda le scintille scoppiate in campo tra Lella e il difensore del Cosenza Caporale. Le immagini analizzate dal Var Niccolò Baroni (Firenze) in effetti hanno pizzicato il gesto inconsulto dell’ex Venezia. Ma a destare più di una perplessità sul tenore del provvedimento poi adottato dal direttore di gara Marchetti (Ostia Lido) ci sono almeno un paio di fattori: la trattenuta precedente di Caporale ai danni di Lella e, soprattutto, la ‘strana’ reazione del calciatore salentino dopo il colpo ricevuto: nelle immagini si nota chiaramente come il 28enne leccese, prima di accasciarsi sul campo, accenni istintivamente di portarsi le mani sulla testa, parte del corpo che però non era stata affatto toccata dall’avversario.
La sensazione, come spesso accade nel calcio, è che la malizia abbia prevalso sul buon senso, inducendo in errore anche l’arbitro, evidentemente ‘incapace’ di giudicare l’intensità della gomitata. «Chi ha giocato a calcio sa che il difensore del Cosenza se la sta ridendo perché ha accentuato il colpo ricevuto, buttandosi per terra», era stato il commento del tecnico del Bari Moreno Longo.
Lo scenario
In queste ore la SSC Bari sta valutando se presentare ricorso, nel tentativo, al momento davvero molto difficile, di ridurre la squalifica. Sulla base della decisione del giudice sportivo Lella dovrà dunque saltare non solo la prossima gara in trasferta contro la Cremonese, ma anche la partita in calendario dopo la sosta al San Nicola contro il Catanzaro. Il centrocampista tornerà disponibile solo venerdì 25 ottobre: Spezia-Bari, anticipo serale valido per il decimo turno di campionato, allo stadio Alberto Picco.
Le alternative
Il primo nodo da sciogliere riguarda il modulo: 3-4-2-1 o 3-5-2? Ieri la prima sessione di allenamento settimanale in vista della spedizione a Cremona sembra aver già riposto al quesito: Longo è ripartito dalla seconda soluzione tattica, la stessa utilizzata nelle ultime 4 partite, foriere di 8 punti, per effetto delle vittorie con Mantova e Frosinone e dei pareggi con Sampdoria e Cosenza. Allo stato attuale il 3-5-2 sta garantendo anche estremo equilibrio ai biancorossi, come testimonia l’unica rete incassata, proprio contro i calabresi, per altro su rigore. Difficile dunque che il tecnico torinese voglia rinunciare ad un modulo rivelatosi efficace in entrambe le fasi di gioco. L’opzione più probabile sullo sfondo è quindi l’inserimento di un’altra mezzala al posto di Lella: Sibilli potrebbe essere il candidato principale, forte di un ruolo già ricoperto in carriera e nella scorsa stagione.
La soluzione del trequartista napoletano (come interno di sinistra) consentirebbe innanzitutto di non stravolgere la posizione di Benali nel cuore della mediana e di imprimere maggiore fantasia in fase d’attacco. Con Sibilli nei panni di mezzala sinistra, Maita verrebbe spostato come interno di destra. Altre due le opzioni: il rientro del play Maiello, che però non gioca una gara da titolare dal match di esordio contro la J. Stabia (17 agosto) e assente dal terreno di gioco nelle ultime tre partite, oppure l’utilizzo di Coli Saco, come mezzala, apparso ancora ‘acerbo’ dal punto di vista tattico.