Bari, De Laurentiis scopre le carte: «Puntiamo alla serie A? Mi sembra chiaro»

Luigi De Laurentiis esce allo scoperto: dopo 31 giornate di campionato alle spalle, che hanno portato il suo Bari a guadagnare la terza posizione in classifica, anche il presidente del club biancorosso non si nasconde più, annunciando come l’obiettivo da raggiungere sia la Serie A: «Mi sembra chiaro», ha ammesso il numero uno della società pugliese, tornando sulla scena pubblica a più di tre mesi dall’ultima apparizione pre natalizia. Una dichiarazione chiara e diretta, rilasciata nel corso di una breve intervista concessa ad Antenna Sud, a margine dell’inaugurazione del Green Park di Bari, del quale Luigi De Laurentiis è stato nominato, in maniera simbolica, presidente onorario. Tutto lo “stato maggiore” della SSC Bari, insieme a squadra e staff tecnico, hanno preso parte al taglio del nastro del nuovo centro sportivo effettuato dal sindaco Antonio Decaro. Presenze non casuali, che confermano la forte sinergia, nonché la vicinanza, tra l’amministrazione comunale barese e la squadra di calcio del capoluogo pugliese.

Il primogenito di Aurelio De Laurentiis non ha nascosto la sua soddisfazione per l’ottimo percorso compiuto dal Bari nel torneo di Serie B. Campionato al quale la squadra partecipava dopo 5 anni di assenza in qualità di matricola di lusso, con l’obiettivo minimo della «salvezza», dichiarato a inizio anno, poi tradotto in maniera più edulcorata in «stagione di consolidamento nella categoria», per non urtare troppo la suscettibilità dell’ambizione della piazza barese: «Finora la squadra ha ultra performato rispetto a quello che potevamo aspettarci, anche in considerazione di quella che alla vigilia del campionato veniva definita una Serie A2. Il Bari ha dimostrato di essere potente e preparato», ha osservato De Laurentiis, evidenziando come «sia il risultato di un gruppo di lavoro che ha dato il 100%».

Nessun timore sul futuro: solo due giorni fa papà Aurelio, nel corso di un forum de Il Sole 24 Ore aveva ribadito la volontà di cedere il Bari e non il Napoli per risolvere il conflitto multiproprietà. Un nodo che dal punto di vista regolamentare sarebbe da sciogliere entro giugno 2028, qualora le due squadre di calcio restassero in categoria diverse. L’inaspettata corsa del club pugliese alla Serie A ha però inevitabilmente impresso una netta accelerazione alle riflessioni sul tema, costringendo la famiglia De Laurentiis a trovare subito una soluzione, per evitare di arrivare con l’acqua alla gola, come accaduto qualche anno fa alla Salernitana: «Quale scenari? Gli stessi di inizio anno. Staremo a vedere. Noi non ci faremo cogliere impreparati», la rassicurazione di Luigi De Laurentiis. Tra le righe è arrivata dunque la conferma di un possibile lavoro sotto traccia per preparare il terreno alla cessione del Bari. Un’opzione che a questo punto pare scontata, almeno a giudicare dalle molteplici dichiarazioni rese dal patron della Filmauro nelle ultime settimane.

De Laurentiis ha annunciato intanto che lunedì prossimo non sarà al fianco del Bari, impegnato nel giorno di Pasquetta sul campo del Sudtirol in una gara che vale il terzo posto: «Mi sono sentito con la società altoatesina: mi hanno chiesto se salissi, ma ho risposto che passerò la Pasqua in famiglia. Ci siamo fatti i complimenti reciproci, perché due neo promosse che si ritrovano terza e quarta rappresentano una bella soddisfazione ed una sorpresa. Sarà bello sfidarsi tra due gruppi di lavoro costruiti con la passione e il giusto equilibrio. Due gruppi che hanno mostrato a tutti le proprie carte». «La partita? È molto, molto importante».

L’amministratore unico del Bari ha quindi gettato acqua sul fuoco delle polemiche su una parte del tifo, facendo da scudo a Ciro Polito. Il ds biancorosso, dopo la vittoria con il Benevento, aveva acceso la miccia stigmatizzando alcuni «mugugni» del San Nicola: «Il pubblico di Bari mi fa emozionare. Qui si investono tante energie e lavoro. Ed anche un fischio e un mugugno possono far saltare l’equilibrio e i nervi. Nervi sempre tesi, poiché si avvertono le tante responsabilità che derivano dalla gestione di una piazza del genere».

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