Bari, De Laurentiis resta al timone: congelato l’accordo per la cessione. Riflessioni su Mignani

Luigi De Laurentiis pronto a produrre anche il secondo capitolo del suo “Natale a Bari”. Il finale, più da “thriller” che da “cinepanettone”, del primo film in Serie B ha lasciato in eredità tanta delusione ancora da smaltire, ma anche le prime certezze in vista del prossimo futuro. Sfumata la promozione in A del club biancorosso è caduto l’obbligo di cessione della società calcistica pugliese, come invece sarebbe dovuto accadere in caso di festa. Congelati, almeno per un’altra stagione, gli effetti dell’art. 16 bis delle Noif sul divieto di multiproprietà. L’amministratore unico del club biancorosso resterà al ponte di comando della società di calcio pugliese. Nel frattempo va in freezer l’accordo già raggiunto con quella che sarebbe potuta diventare la nuova compagine societaria. Non un’ipotesi, ma una dato di fatto, confermato anche dal sindaco di Bari, Antonio Decaro, nel corso di una intervista a Telebari all’indomani della finale playoff persa al San Nicola contro il Cagliari, domenica sera. «Se ieri avessimo vinto ho la certezza che avremmo potuto avere un’altra società da subito, senza aspettare. Con la permanenza in B non lo so, sono delle scelte imprenditoriali e faranno le loro valutazioni. Noi da tifosi possiamo solo sperare in una squadra competitiva per andare in Serie A».

Mentre il Bari si apprestava a vivere quella che sarebbe diventata, purtroppo, una notte da incubo Luigi De Laurentiis aveva già apparecchiato la tavola per perfezionare l’accordo per il passaggio di consegne. Da quel che trapela, non con Molino Casillo, già main sponsor dei Galletti e da poche ore ai vertici della Banca Popolare di Bari nella persona di Pasquale Casillo, nominato presidente del consiglio di amministrazione dell’Istituto di credito. Un impegno quest’ultimo di prestigio, ma anche di grande responsabilità che sarebbe stato forse difficilmente conciliabile con la gestione del Bari in Serie A. Secondo indiscrezioni però un timido tentativo, non andato a buon fine, sarebbe stato compiuto lo scorso autunno, quando la squadra di Mignani veleggiava già nella parte altissima della classifica, seppur in una fase troppo embrionale per ipotizzare un campionato così competitivo. Rumor, per ora non confermati, parlano di un impegno di una cinquantina di milioni, suddivisi a metà con un fondo canadese.

Proprio in virtù della conferma dei biancorossi in alta classifica anche nel girone di ritorno, negli ultimi mesi il presidente della SSC Bari aveva portato avanti numerose interlocuzioni con partner soprattutto stranieri, riconducibili a fondi USA e arabi, per stessa ammissione di Luigi De Laurentiis in diverse apparizioni in pubblico. Ancora non è chiaro se proprio una di queste soluzioni fosse quella pronta sul tavolo, ma dal quartier generale del Bari negli ultimi giorni filtrava estrema sicurezza sul tema della cessione. Tutto inutile in virtù dell’epilogo della stagione. A questo punto, in attesa che si faccia maggiore chiarezza sugli attori che sarebbero stati investiti del ruolo di protagonisti per la guida del club, il primo tassello è pronto per essere inserito nel mosaico della nuova stagione. Tuttavia è tutt’altro da escludere che nel corso dei prossimi mesi non si possa tornare a discutere con più calma, riprendendo le interlocuzioni già avviate, con scenari al momento alquanto imprevedibili.

Sul fronte della gestione sportiva c’è fiducia che il timone dell’area tecnica resti saldamente nelle mani di Ciro Polito. Già prima degli spareggi promozione il direttore sportivo e il presidente De Laurentiis avrebbero stretto un patto per portare avanti insieme il progetto Bari, sulla base di una programmazione chiara. Che Polito e De Laurentiis siano uomini di parola non c’è alcun dubbio. Ci sarà però da confrontarsi con la legittima ambizione, mai nascosta, del dirigente campano di essere messo nelle condizioni di lavorare all’allestimento di una squadra competitiva e capace, anche alla luce della grande amarezza dell’11 giugno, di ritagliarsi un ruolo di prim’ordine nel prossimo campionato. Confermarsi dopo un terzo posto sarà la missione più complicata. Non è difficile ipotizzare che Polito presenterà il bilancio della sua gestione chiedendo maggiori sforzi alla proprietà. Dall’altra parte certamente verrà alzata l’asticella degli investimenti, ma sempre tenendo davanti la bussola della sostenibilità, linea tanto cara alla famiglia De Laurentiis. Sciolti il nodo Polito, sarà tempo di affrontare il capitolo dell’allenatore. Un tema di esclusiva competenza del direttore sportivo. La sensazione è che la posizione di Mignani verrà messa in discussione. E molto potrebbe dipendere anche dalla volontà del tecnico genovese dopo una stagione molto impegnativa, sul piano professionale ed emotivo. Entro la seconda metà di giugno sono attese novità.

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