Calato il sipario su annunci e presentazioni, il cantiere del nuovo Bari può partire, al riparo dall’invadenza di riflettori e telecamere. A dispetto del contatto ancora freschissimo con il capoluogo pugliese il direttore sportivo Giuseppe Magalini e l’allenatore Moreno Longo hanno le idee chiarissime sul progetto tecnico e tattico da costruire.
L’obiettivo
Sbagliare il meno possibile le scelte. Potrebbe sembrare un fattore scontato, ma in realtà sarà proprio questo il target principale del dirigente lombardo nella fase di allestimento della nuova rosa. Proprio in virtù delle note questioni di budget e dunque di una capacità di spesa ben inferiore rispetto a quella a manica larga delle big della serie B (i club con proprietà straniere e quelle beneficiarie del ‘paracadute’) il margine di errore per Magalini sarà ridottissimo. Dovendo fare fede soprattutto su competenza e idee, il 62enne ex Catanzaro è ben consapevole che il suo sarà un compito delicatissimo, dal quale dipenderanno le sorti della squadra biancorossa nel prossimo campionato.
Il modulo
L’allenatore torinese terrà fede al suo credo: il Bari vestirà il 3-4-2-1. Si tratta del sistema di gioco maggiormente utilizzato da Longo nella sua carriera, compresa l’ultima esperienza con il Como. La fermezza delle idee deve fare i conti con una rosa totalmente da rifondare e caratterizzata da calciatori poco compatibili con il nuovo abito tattico. Non c’è dubbio quindi che il lavoro per il neo ds, di concerto con il 48enne piemontese, sarà molto intenso e faticoso, basato su un principio fondamentale: si punterà esclusivamente su calciatori «funzionali al sistema di gioco». Un teorema peraltro evidenziato da Longo e Magalini più volte nella conferenza stampa di presentazione, nonostante l’esiguità dei rispettivi interventi.
L’analisi della rosa
È già stata avviata da giorni. Il capo dell’area tecnica, con il supporto del vice Valerio Di Cesare, ha già iniziato ad ascoltare i calciatori attualmente in rosa. L’obiettivo è anche comprendere chi avrà voglia di rimettersi in moto con le giuste motivazioni e chi al contrario manifesterà qualche «mal di pancia». Fari puntati in particolare su Vicari, Ricci, Dorval, Pucino, Maiello, Benali, Maita, Lulic e Sibilli. È tra questi che bisognerà individuare le certezze da cui ripartire. Ciò che balza immediatamente all’occhio è che tranne la zona nevralgica del centrocampo il resto sarà quasi tutto da rifare.
Le priorità
Sono tre i reparti più sguarniti. La porta, la difesa e l’attacco. Dopo il ‘giro a vuoto’ con il brasiliano Brenno, nel mirino c’è un profilo che possa dare assoluta affidabilità tra i pali. L’identikit coincide con un profilo di comprovata esperienza. Per la retroguardia, tranne Vicari, sono tutti in discussione. La sensazione è che sia Matino sia Zuzek abbiano poche chance per una conferma; ancora più difficile una loro promozione nel pacchetto dei tre difensori centrali. Da valutare invece la posizione di Pucino, la cui duttilità, vista la capacità di poter interpretare all’occorrenza anche il ruolo di esterno di centrocampo, potrebbe fare comodo, magari come valida alternativa. Inutile dire che sia l’attacco la zona che sta catalizzando le maggiori attenzioni: tranne Sibilli, appena riscattato dal Pisa e fresco di contratto triennale, c’è il vuoto. Il target saranno un’altro trequartista e una punta centrale. Con il criterio illustrato da Longo saranno almeno 4 gli attaccanti da individuare, verosimilmente due over e due under.