Altamura in C dopo 27 anni, Giacomarro: «Cavalcata incredibile. Il mio futuro? Da scrivere»

Domenica è iniziata la festa dell’Altamura, dopo l’ennesima vittoria stagionale, la ventunesima complessiva, con otto pari e tre sconfitte di cui solo una tra le mura amiche dello stadio “D’Angelo”. Lo stesso stadio che domenica è stato il grande teatro a cielo aperto della festa biancorossa dopo aver battuto il Gallipoli 2-1 con le reti di Loiodice e Lattanzio. L’Altamura del presidente Filippo Direnzo ha centrato una promozione che mancava dal 1996 sotto la gestione del mitico presidente Tafuni, anche se allora fu la vecchia C2. Ai nostri microfoni è intervenuto mister Domenico Giacomarro, la guida della Team Altamura.

Mister, come è nata questa promozione e se c’è una partita che le ha fatto capire che era la stagione giusta?

«Da subito mi son reso conto che avevo un bel gruppo, pronto a recepire le mie richieste. E’ stata una cavalcata incredibile. Abbiamo fatto 71 punti con un girone di andata strepitoso. Quando abbiamo superato i sette punti di vantaggio ho capito che dovevamo alzare ulteriormente l’asticella».

Ci sono stati momenti in cui ha temuto un contraccolpo e come avete reagito?

«Due partite nello specifico: quella casalinga contro Nardò e l’altra a Casarano, perse entrambi 2 a 1. Avremmo potuto subire un contraccolpo psicologico ma non i miei ragazzi. Successivamente abbiamo realizzato un filotto di 8 vittorie su 9, pareggiandone solo una. La prestazione non è mai mancata insieme al carattere».

Ha avuto attaccanti di spessore, uno su tutti, il capocannoniere barese Nicola Loiodice. Ritiene che è un lusso per la categoria?

«Nicola non lo avevo mai avuto in altre squadre ma ha sempre fatto tanti gol e sicuramente quest’anno ha fatto la differenza con le sue qualità, intraprendenza e per come vive il calcio merita il titolo di capocannoniere del girone. E’ sicuramente un valore aggiunto. Faccio i miei complimenti però a tutti i componenti della rosa, agli under e a tutto l’organico. C’è stata una determinazione oserei definire ‘contagiosa’ che ci ha spinto al successo».

A chi dedica la vittoria e se il prossimo anno in Lega Pro sarà ancora al comando di un gruppo fortemente voluto da lei?

«Un elenco lungo: la dedico alla mia compagna e al mio bambino che ha sofferto come me ogni domenica specie quando avrebbe voluto esserci allo stadio e non poteva venire per il freddo; la dedico agli imprenditori che hanno creduto nel progetto, al mio presidente innamorato di questi colori, al diesse, ai tifosi fantastici che ci hanno sempre seguito e spinto; ai miei ragazzi perché loro sono stati incredibili e al mio staff. Il futuro? Se ci sarà la possibilità e la voglia di entrambi di proseguire si andrà avanti molto volentieri».

Capitolo Bari. C’è il rischio che il prossimo anno ci possa essere il derby?

«Quando perdi la “A” negli ultimi 100 secondi o cambi e azzeri tutto o rischi di andare avanti con gli stessi con una cicatrice difficile da smaltire. Parlo in generale e per esperienza che a volte c’è presunzione e se prima avevi toccato il cielo con un dito ti ritrovi a lottare per non retrocedere. Quello che sta succedendo al Bari è già successo ad altre squadre in passato. Penso però che si è peccato maggiormente nel non prendere attaccanti adeguati. Auguro comunque al Bari di salvarsi».

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