Giornata speciale in casa Bari. Il club biancorosso celebra le 40 primavere del suo capitano, Valerio Di Cesare. Quaranta anni dei quali oltre la metà trascorsi a calcare i campi del calcio professionistico, con numeri da capogiro. 460 presenze, 24 reti. Un dato quest’ultimo che lo ha reso uno dei centrali difensivi più amanti del vizio del gol. Virtù confermate anche nella sua esperienza nella città di San Nicola. Due parentesi.
La prima più breve, nel biennio 2015-2017. La seconda ben più significativa, avviata nell’estate 2018, quando la ripartenza del calcio barese, dopo l’onta del fallimento sportivo, vide tra i sui principali padri fondatori il neo 40enne capitolino.
Culla della rinascita, cinque anni fa; del sogno, oggi. Valerio Di Cesare incarna nelle sue 200 presenze e 16 gol segnati con la maglia del Bari carattere, mentalità, ambizioni, eccessi, pregi, difetti e l’infinita passione di una città intera. Lui stregato dal capoluogo pugliese, la terra vissuta con più longevità calcistica. E Bari perdutamente innamorato del suo capitano, entrato di diritto nel firmamento dei giocatori più iconici della storia biancorossa.
Leader in campo. Uomo spogliatoio fuori dal terreno di gioco. Tocca al capitano di Mignani oggi fare da portabandiera negli spareggi promozione al via da venerdì, con il preliminare tra Sudtirol e Reggina. In palio l’ultimo biglietto per la A. Un treno sul quale Di Cesare vuol salire a tutti i costi, come più volte ribadito sin dalla vigilia del torneo cadetto. In barba alla prudenza e al basso profilo societario. Ed infischiandosene della consapevolezza di partire con lo status di matricola, da ultimi in griglia, ben distanti (sulla carta) dalle corazzate.
Il numero 6 oggi è il principale garante della voglia spasmodica dei tifosi biancorossi di riprendere quella Serie A perduta nel 2011, a causa di un’altra onta indelebile, messa nera su bianco, e sul campo di gioco, da nomi e cognomi rei della stagione del calcioscommesse. Da quel momento da una parte il Bari veniva risucchiato nel limbo di una B all’insegna dell’anonimato per anni. Dall’altra Di Cesare contribuiva al ritorno nel massimo campionato del Torino. Fu la prima delle cinque promozioni conquistate in carriera dal centrale difensivo romano. Oltre a quella ottenuta con il club granata, il palmares annovera il doppio salto dalla C alla A con il Parma, nel biennio 2016-2018 ed infine il ritorno prima nei professionisti e poi in serie B con il Bari, rispettivamente al termine delle stagioni 2018-2019 e 2021-2022.
Non solo gioie nella carriera del difensore goleador. Tra le amarezze c’è la finale playoff di Serie B con il Mantova persa contro il Torino, nel 2006. Lacrime anche con il Bari il 22 luglio 2019, quando si interruppe in finale contro la Reggiana la cavalcata della squadra allenata da Vivarini verso la serie B. Presente e passato prossimo da incorniciare per Valerio Di Cesare, capace a suon di prestazioni convincenti di soverchiare previsioni e gerarchie messe a punto per la linea difensiva alla vigilia del campionato. Mai in discussione la sua titolarità con i biancorossi, sin dalla partenza nel ritiro estivo di Roccaraso, rispedendo al mittente il ruolo di chioccia per i giovani assegnatogli in sede di rinnovo contrattuale. 34 presenze e 3 gol in campionato, tutti d’autore e pesanti. Il futuro del 40enne difensore passa anche dalle prossime tre settimane. 20 giorni per suggellare in modo trionfale quel quarto di vita calcistica dedicato al Bari. Il sogno di oggi può diventare il sogno di domani, immaginando di spendere sui campi della Serie A proprio con la maglia dei “Galletti” quell’ulteriore anno di contratto già firmato e messo in cassaforte dal ds Polito.