È troppo oneroso per le casse regionali l’accordo per potenziare l’attività dei medici di base esaminato l’altro giorno dalla Giunta regionale pugliese. Il provvedimento, approdato per la seconda volta all’esame dell’esecutivo, resta congelato in attesa di riportare l’intesa al tavolo di negoziato con i sindacati per approvare un nuovo piano di incentivazione entro il 15 maggio con avvio effettivo dal primo giugno prossimo. Un mezzo pasticcio, insomma, che ha tenuto per quattro giorni impegnato l’assessore al bilancio Fabiano Amati e i suoi uffici, che hanno rivisitato da cima a fondo carte e conteggi. Un quadro peraltro già emerso nei mesi scorsi quando più di qualcuno aveva eccepito l’enorme impegno economico assunto per sostenere i medici di famiglia e l’impossibilità di finanziarlo attingendo dal salvadanaio europeo, soluzione questa ventilata dall’assessorato alla Salute.
Dubbi e passi indietro
Perplessità e rilievi tecnici sono pervenuti anche dalla Ragioneria che ha evidenziato un’uscita stratosferica di oltre 83 milioni di euro l’anno a carico del bilancio autonomo, 34 milioni in più di quello che era stato previsto inizialmente. Una cifra fuori standard considerando che nelle altre regioni, ad esempio la Lombardia che conta il doppio dei medici di famiglia della Puglia, l’accordo vale meno di 14 milioni di euro l’anno. Da qui la retromarcia dopo che l’accordo integrativo regionale fu approvato a settembre 2024, sulla base di un vecchio accordo quadro nazionale del 2022, con le firme di Fimmg, Smi, Snami e Uil Medici.
Gli incentivi
Adesso molti incentivi andranno rivisti al ribasso, ad esempio quello per incentivare la coabitazione di più studi medici onde assicurare la reperibilità H24 o per pagare i collaboratori di studio. Spese aggiuntive che la sanità pugliese non può permettersi dovendo fronteggiare un buco da circa 300 milioni di euro nel 2024, ad oggi dimezzato da una serie di voci di entrata come l’extragettito fiscale da 130 milioni, ma pur sempre elevato. La rivisitazione dovrebbe mantenere una serie di voci aggiuntive per i medici di famiglia, anche se inserite in un conto economico dai paletti rigidissimi. L’asticella dell’accordo integrativo resta di 83 milioni, ma riferita all’intero accordo spalmato su più anni. Il prelievo dalle casse regionali, invece, dovrà attestarsi attorno ai 27 milioni di euro al massimo con un budget per l’assistenza domiciliare fissato in circa 12 milioni di euro.