Un porto romano sommerso che riemerge dal passato grazie alle moderne tecnologie 3D. Domani open day e conferenza per presentare i nuovi risultati delle ricerche archeologiche subacquee e costiere nel comprensorio della riserva naturale e oasi Wwf “Le Cesine” a Vernole.
Condotta dal Dipartimento di Beni Culturali dell’Università del Salento in collaborazione con Esac – centro euromediterraneo per l’archeologia dei paesaggi costieri e subacquei e Poli Biblio-Museali di Puglia e con la direzione scientifica della professoressa Rita Auriemma, docente di Archeologia subacquea dell’ateneo salentino, la campagna ha proseguito l’indagine delle strutture già individuate nel 2020, in gran parte di età romana, ubicate lungo il tratto di costa compreso tra San Cataldo e Le Cesine in località “Posto San Giovanni”, nelle immediate vicinanze dell’edificio idrovoro della riforma agraria, che suggeriscono l’esistenza di un importante complesso portuale. Ricostruirne lo sviluppo complessivo è stato l’obiettivo primario della campagna di scavo che, avviata lo scorso luglio, è proseguita a settembre.
Di mattina sarà possibile vedere con i propri occhi attraverso un open day ed uno snorkeling tour con gli archeologi. I visitatori, maschera e pinne, seguiranno cime e boe per ammirare i punti di interesse. Per i meno avventurosi, nel pomeriggio, nell’ex scuola in largo Castello ad Acaya Luigi De Luca (Poli biblio-museali regionali) Rita Auriemma e Antonella Antonazzo illustreranno i nuovi risultati della campagna archeologica.
«I risultati hanno premiato l’impegno di tutti gli attori del territorio che hanno offerto un prezioso supporto», spiega la professoressa Auriemma. «Sia la radice che la testata del molo, di cui si conserva l’imponente fondazione, hanno rivelato un’estensione molto maggiore e soprattutto la continuità tra le due aree inizialmente distinte, con uno sviluppo complessivo del molo a “L” di quasi 150 metri. Il Politecnico ha realizzato la fotogrammetria da drone e il rilevamento 3D del fondale con un battellino appositamente costruito e dotato di ecoscandaglio multibeam di ultima generazione. I dati di questi rilevamenti, assieme a quelli della fotogrammetria subacquea, permetteranno di realizzare il modello 3D di tutto il paesaggio costiero e subacqueo, anche a fini di valorizzazione e fruizione virtuale».