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«Stop alle intese con lo stato di Israele»: Cambiare Rotta annuncia le proteste

Si annuncia una settimana calda di proteste per gli studenti universitari baresi che aderiscono al movimento Cambiare Rotta. Anche la sezione barese dell’associazione ha deciso di aderire alle proteste nazionali che stanno coinvolgendo almeno 19 atenei italiani, da Torino, Genova, Napoli, Roma e Reggio Calabria. La richiesta degli studenti è chiara: lo stop agli accordi…

Si annuncia una settimana calda di proteste per gli studenti universitari baresi che aderiscono al movimento Cambiare Rotta. Anche la sezione barese dell’associazione ha deciso di aderire alle proteste nazionali che stanno coinvolgendo almeno 19 atenei italiani, da Torino, Genova, Napoli, Roma e Reggio Calabria. La richiesta degli studenti è chiara: lo stop agli accordi delle università con lo stato di Israele finché non cesserà la guerra a Gaza. Tra pochi giorni, infatti, scadrà il bando Maeci del ministero dell’Università e della Ricerca riguardo gli accordi di collaborazione e i progetti di ricerca con gli atenei israeliani.

Sabato pomeriggio, 30 marzo, i ragazzi di Cambiare Rotta Bari sono scesi in piazza Diaz con altre associazioni cittadine per ribadire la loro richiesta al rettore di Uniba Stefano Bronzini affinché l’ateneo interrompa qualsiasi rapporto con Israele, l’industria bellica e la marina militare. Nel frattempo gli esponenti del gruppo sono riusciti a ottenere, facendo pressioni sul Senato accademico, una seduta straordinaria il prossimo 9 aprile interamente dedicata alla discussione degli accordi Maeci e alla decisione di Stefano Bronzini di dimettersi dalla fondazione Med-Or. Durante la seduta verranno anche ridiscussi tutti gli accordi già in essere intercettati dagli studenti nei singoli dipartimenti universitari.

«Gli studenti di Torino hanno dimostrato che vincere è possibile – spiegano dal direttivo cittadino di Cambiare Rotta – per questo continuiamo con la mobilitazione contro gli accordi. L’università deve continuare a essere un luogo di lotta e noi, studenti e studentesse, dobbiamo continuare a imporre all’attenzione della comunità accademica l’importante ruolo che hanno i luoghi della cultura nello scenario geopolitico attuale. Proprio per questo non smetteremo di assicurarci che ciò che è stato dichiarato dal rettore verrà effettuato nel bene di tutta la comunità studentesca e accademica. L’attenzione sul tema rimarrà alta proprio perché adesso verranno discussi gli accordi che abbiamo denunciato in tutti i dipartimenti chiamati in causa».

Il timore delle comunità studentesche italiane è che i finanziamenti del bando possano essere utilizzati per sviluppare tecnologia cosiddetta dual use, ovvero a impiego sia civile che militare, contribuendo così ad aggravare le responsabilità del nostro Paese nei rapporti con Israele e con quanto sta avvenendo a Gaza. Il collettivo Cambiare Rotta, a Torino ha riunito intorno a sé almeno duecento universitari, così come a Roma, Bari e alla Sant’Anna di Pisa.

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