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Scuole senza dirigenti né prof. A settembre 116 cattedre vuote a Bari

Con l’inizio del nuovo anno scolastico saranno 116 le cattedre che a Bari resteranno scoperte. Anche se si tratta di posti in organico di diritto che andrebbero occupati da docenti di ruolo. Come nel caso delle mancate assunzioni dei presidi, nonostante posti vacanti e vincitori di concorso pronti ad occuparli, le motivazioni dietro a questo…

Con l’inizio del nuovo anno scolastico saranno 116 le cattedre che a Bari resteranno scoperte. Anche se si tratta di posti in organico di diritto che andrebbero occupati da docenti di ruolo. Come nel caso delle mancate assunzioni dei presidi, nonostante posti vacanti e vincitori di concorso pronti ad occuparli, le motivazioni dietro a questo paradosso sono prevalentemente burocratiche.

Ogni anno il ministero dell’Istruzione autorizza un certo numero di assunzioni da effettuare sui posti disponibili. Questi poi vengono distribuiti al 50% tra le graduatorie di merito dei concorsi ordinari e straordinari nei diversi gradi di scuola e, per la restante metà, tra le Gae (graduatorie ad esaurimento) laddove queste sono ancora consistenti.

Subito dopo aver assegnato le cattedre di ruolo attingendo da queste due graduatorie, i posti residui dovrebbero essere coperti tramite la procedura della “call veloce”, in cui si dà la possibilità ai docenti che sono in lista in altre province o regioni di poter occupare quei posti che non si è riusciti ad assegnare. Procedura che a Bari quest’anno si è rivelata un sostanziale fallimento: solo 13 posti coperti su 129 totali. Sul posto comune, dopo la call veloce, non c’è più possibilità di immettere in ruolo. Con la conseguenza che le cattedre di “avanzo” verranno necessariamente occupate tramite le supplenze dei docenti ancora precari.

Ma queste sono solo le cattedre di cui si hanno i dati. Ve ne è una parte che all’inizio dell’anno non sono conteggiabili e che appartengono a tutti quei docenti che hanno presentato domanda all’Inps per andare in pensione e che stanno aspettando la certificazione dei requisiti da parte dell’ente.

L’Inps certifica con tempistiche che non corrispondono a quelle dell’assegnazione dei posti di ruolo, legati alla scadenza della domanda per richiedere la mobilità. Tutte le certificazioni che arrivano entro questa finestra temporale permettono di mettere a sistema i posti lasciati liberi per le immissioni in ruolo. Le certificazioni tardive vanno invece ad aumentare il numero di posti che dovranno essere coperti dalle supplenze perché privi di titolare di cattedra.

Alle spalle di questo meccanismo rimangono le centinaia di docenti precari che aspettano, tra una supplenza e l’altra, di entrare nei ruoli. «In questo caso le graduatorie sono invece estremamente numerose – spiega Vito Fumai, segretario della Flc Cgil – i numeri del precariato sono enormi e sovrabbondanti anche rispetto alle disponibilità delle supplenze». Solo per alcune classi di concorso si riesce ad arrivare in fondo alle graduatorie e ogni anno la platea dei precari della scuola non fa che aumentare, man mano che gli aspiranti docenti conseguono le certificazioni per immettersi nelle graduatorie delle supplenze.

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