Scuole aperte in estate ma in Puglia è un bluff: tante idee ma “rimandate” a settembre

Scuole aperte d’estate? In Puglia è solo un miraggio, venerdì scorso è scaduto il termine ultimo per accedere ai fondi ministeriali, ma chi è riuscito a presentare progetti, prevede iniziative per il prossimo autunno o inverno. I soldi ci sono, il governo ha stanziato 400 milioni di euro, per «attività di inclusione, socialità, potenziamento delle competenze».

Belle parole. Si immagina una scuola con laboratori di teatro, arte, stem; una scuola aperta nei mesi estivi, magari con l’utilizzo di giardini, cortili, palestre attrezzate. Rispetto ai due anni precedenti ci sono 80 milioni di euro in più.

I fruitori

Si pensa a percorsi che potranno interessare, in base alle proposte delle scuole, tra 800 mila e 1,3 milioni di studenti e sono ben 1.714 milioni le ore aggiuntive di attività. Non solo, si sogna una alleanza tra scuola e Comuni, università, associazioni di volontariato e enti del terzo settore. Un libro dei sogni, almeno per il meridione.

Le date

Il 31 maggio era il termine ultimo per poter presentare progetti e candidarsi ad avere finanziamenti. Molti istituti pugliesi lo hanno fatto, ma non apriranno d’estate. Nessuno riuscirà a farlo.

Le reazioni

«È una grande opportunità, quella che ci viene data – dice Claudio Crapis, dirigente scolastico di una scuola rinomata ad Altamura, il liceo Classico Cagnazzi – ed è una possibilità che utilizzeremo, ma non riusciremo mai d’estate. Consideri che oggi (ieri, ndr) era il termine ultimo per presentare le domande, serviranno almeno 15 giorni per esaminare i progetti e poi vanno trovati esperti, tutor, dobbiamo rispettare la burocrazia e ci sono regole con tempi precisi».

Insomma se tutto va bene qualche modulo approvato partirà in settembre. «Al liceo Cagnazzi abbiamo presentato un progetto – dice Crapis – un laboratorio teatrale e uno di canto corale. Se l’idea sarà finanziata sarà una grande opportunità per i nostri studenti, ma di certo inizierà in autunno, magari a settembre».

I tempi

Il decreto del ministro è stato firmato il 12 aprile, i tempi per poter aderire e presentare le domande sono stati strettissimi entro il 31 maggio andava presentato il piano estate che comunque prevede attività fino a dicembre 2025. Chi ci è riuscito in poco più di un mese a buttar giù una proposta lo ha fatto in proiezione, pensando appunto all’autunno, perchè ci vorrà tempo prima che si arrivi a varare i progetti, a reclutare esperti o a convincere perchè è tutto su basa volontaria gli insegnanti che vi vorranno partecipare.

Alessandro Sirsi, preside dell’Istituto Comprensivo di Toniolo lo dice chiaramente e da tempo: «C’è un esubero di fondi per le istituzioni scolastiche, spesso arrivano risorse senza neppure la possibilità di ragionarci su».

Tra Pnrr, agenda sud le scuole d’Italia si sono trovate circondate da bandi, ma non sempre si ha personale capace di mettere in piedi un progetto di finanziamento, le segreterie sono ancora oggi, a conclusione dell’anno scolastico, al collasso.

Annunciare “scuole aperte d’estate” per il sud è un bluff.

Il personale

A questo si aggiunge che moltissime aule non hanno aereatori e neanche spazi all’aperto e questo induce i genitori a non pensare alla scuola come luogo per l’estate. Senza considerare che spesso manca il personale, gli insegnanti possono decidere o meno di aderire ai progetti volontaria) e il personale Ata non c’è.

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