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Puglia, scuole senza presidi ma il ministero non assume

Nessuna nuova assunzione prevista in Puglia per i dirigenti scolastici, nonostante ci siano circa 40 sedi disponibili che andranno invece in reggenza ad un dirigente già in servizio. A denunciare la scelta del ministero dell’Istruzione Roberto Romito, presidente di Anp Puglia. «Chi si preoccupa dell’efficienza e dell’efficacia del sistema scolastico? A parole, tutti – scrive…

Nessuna nuova assunzione prevista in Puglia per i dirigenti scolastici, nonostante ci siano circa 40 sedi disponibili che andranno invece in reggenza ad un dirigente già in servizio. A denunciare la scelta del ministero dell’Istruzione Roberto Romito, presidente di Anp Puglia.

«Chi si preoccupa dell’efficienza e dell’efficacia del sistema scolastico? A parole, tutti – scrive l’associazione dei presidi in una nota – Nella realtà, però, dobbiamo constatare che nonostante il numero notevolissimo di oltre 3.500 vincitori del maxiconcorso dirigenziale indetto 5 anni fa, delle 317 nuove assunzioni disposte in totale quest’anno dal ministero dell’Istruzione nessuna toccherà alla Puglia, come a diverse altre regioni del Sud».

Alla base del contestato provvedimento ci sono per le rappresentanze sindacali le incongruenze di leggi e decreti che regolano la materia e le politiche di tagli alla spesa che comprimono gli organici reali rispetto ai fabbisogni effettivi dei territori, che lasciano larghe aree sfornite dei servizi. «Basti dire qui che non è più tollerabile che vi siano scuole di serie A e di serie B: queste ultime, avendo un numero di alunni minore di 600, non possono – stando alle norme vigenti – avere un dirigente se non fino al 31 agosto 2024 – continua il presidente di Anp Puglia nella nota – Pertanto, su di esse non possono effettuarsi nuove assunzioni, in quanto ai nuovi assunti spetta un incarico di almeno 3 anni scolastici, quindi fino al 2025. Ma c’è di più: per ogni dirigente che attualmente occupa una di quelle scuole, va “accantonata” in regione una sede di serie A (ossia con numero di alunni superiore a 600), che pertanto rimarrà a sua volta priva di dirigente e sarà affidata in reggenza».

A livello nazionale, le sigle sindacali avevano proposto di includere tra le sedi disponibili anche le istituzioni dimensionate solo per due anni, o che su queste, da graduatoria, fosse effettuato il conferimento di incarichi temporanei. È stato anche proposto di calcolare l’esubero su base pluriennale tenendo conto dei pensionamenti e di coprire, con nuove assunzioni, le 390 sedi vacanti e disponibili. Ma il ministero ha respinto le richieste facendo in modo che la reggenza verrà attribuita in molte scuole anche in presenza di aspiranti dirigenti vincitori di concorso.

Un meccanismo perverso e difficilmente comprensibile che si potrà superare solo quando la politica deciderà – come chiediamo da anni – di stabilire parametri dimensionali che portino a definire, in ogni regione, quante scuole il territorio possa “sostenere” sia in termini di servizio da erogare che di costi da finanziare, senza più alcuna distinzione fra di esse in base al numero di alunni che le frequentano: se si decide che una determinata scuola è al servizio del territorio in cui ha sede, allora – piccola o grande che sia – deve avere tutte le condizioni, gli strumenti e le risorse per operare, prima di tutto la sua dirigenza, da assicurare nel modo più stabile possibile».

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