Degli oltre 130milioni di euro, vinti partecipando a bandi finanziati con i fondi Pnrr, l’Università non ha visto ancora nemmeno l’ombra. E, nonostante questo, l’Ateneo ha già assunto i ricercatori, ha finanziato le borse di dottorato e acquistato gli strumenti della ricerca. Una situazione anomala che ha portato la deputata Elisabetta Piccolotti, di Alleanza Verdi e Sinistra (Avs), a chiedere un’interrogazione urgente alla ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, affinché «si sblocchi al più presto questa vicenda, che espone l’Università di Bari per cifre insostenibili».
Come dichiarato dall’esponente dello schieramento rosso-verde, l’Ateneo barese ha ottenuto 132 milioni di euro partecipando a bandi finanziati con i fondi Pnrr per assumere ricercatori, erogare borse di dottorato e acquistare attrezzature per la ricerca. Finanziamenti, dunque, che hanno dato un forte impulso alla ricerca. «All’efficienza dell’Università di Bari – ha commentato Piccolotti – il Governo ha risposto con ritardi e inadempienze: i soldi infatti non si sono ancora visti e l’Ateneo ha dovuto anticipare già 24milioni di euro e dovrà anticiparne altri 27 per le attrezzatura, cifre enormi. Ma è così che il Governo Meloni ripaga il famigerato merito?».
L’Ateneo è riuscito a risultare tra i vincitori, in rete con altri enti, di 18 progetti che prevedevano anche l’assunzione di ricercatori a tempo determinato, con un contratto triennale che terminerà nel febbraio del 2026, e borse di dottorato. «È per questo che – ha concluso l’esponente rossoverde della commissione cultura di Montecitorio – abbiamo presentato un’interrogazione alla ministra dell’Università e della ricerca Bernini perché si sblocchi al più presto questa vicenda che espone l’Università di Bari per cifre insostenibili».