Più sinergia tra università, territorio e istituzioni per contrastare il fenomeno Neet

Sono circa 250mila i Neet tra i 15 e i 34 anni in Puglia. Il dato, relativo ai giovani che non studiano e non lavorano, è stato illustrato questa mattina all’Università degli studi di Bari nella tavola rotonda “I Neet you. Il ruolo dell’Università nel contrasto al fenomeno dei Neet”.

Il progetto “I Neet you”, il cui responsabile scientifico è il professor Alberto Fornasari, docente del dipartimento For.Psi.Com. e direttore del centro Interuniversitario di Ricerca “Popolazione, Ambiente, Salute” (CIRPAS), ha focalizzato l’attenzione su giovani universitari dell’ateneo barese che hanno abbandonato prematuramente il proprio percorso di studi contribuendo ad incrementare l’“esercito” dei Neet (Not in education, employment or training) che vede l’Italia, con quasi 3 milioni di giovani che non studiano né lavorano, al primo posto in Europa.

Finalità del gruppo di ricerca, composto dai professori Michele Baldassarre, Alessia Scarinci, Antonia Rubini e dai dottori Valeria Tamborra e Matteo Conte, è quella di creare un network efficace per i livelli di conoscenza del fenomeno Neet in ambito accademico, di predisporre azioni a contrasto all’abbandono universitario e di favorire l’incontro con le realtà produttive del territorio per sostenere processi di occupazione.

Restituire un quadro sullo stato della dispersione universitaria alla luce delle trasformazioni normative e socioeconomiche che hanno investito il nostro Paese e rafforzare le azioni tra l’università, le istituzioni e il territorio, è stato il tema della tavola rotonda.

La tavola rotonda ha rappresentato un momento prezioso per avere un quadro internazionale e nazionale del fenomeno dei Neet rapportato alle Università, per comprendere quali azioni di prevenzione ed intervento possano essere attivate rispetto alle carriere disperse e per conoscere le buone pratiche già attive in UniBa ed in altri Atenei italiani.

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