Non c’è solo la classica dispersione scolastica di coloro che non terminano gli studi ma anche quella di chi li porta a compimento ma non ha le competenze di base necessarie a trovare un posto di lavoro. Tra le tante notizie non proprio esaltanti dal mondo dell’istruzione, ce n’è una quanto meno incoraggiante: in Puglia la cosiddetta dispersione implicita o nascosta è in calo.
«La dispersione scolastica implicita è preoccupante ma è molto interessante il miglioramento in Puglia e Calabria dove i valori sono ancora alti ma c’è stato un calo interessante. Le differenze territoriali, purtroppo, rimangono molto forti così come l’impatto del contesto» ha commentato il presidente di Invalsi, Roberto Ricci.
La pandemia ha reso ancora più attuale il problema della dispersione scolastica e da qualche tempo è divenuto chiaro che l’attenzione non deve essere rivolta solo a coloro che la scuola l’abbandonano, ma anche a tutti i giovani che la terminano senza avere almeno una preparazione di base.
Nel 2019 la dispersione scolastica implicita si attestava al 7,5%, per salire al 9,8% nel 2021, molto probabilmente – si legge nel Rapporto Invalsi – a causa di lunghi periodi di sospensione delle lezioni in presenza. Nel 2022 si è osservata una inversione di tendenza sia a livello nazionale, dove si ferma al 9,7% (-0,1 punti percentuali) sia a livello regionale. In termini comparativi, il calo maggiore della dispersione scolastica implicita si registra proprio in Puglia, con un significativo -4,3 punti percentuali, e in Calabria (-3,8 punti percentuali). Tuttavia, le differenze a livello territoriale rimangano molto elevate: la Campania segna un 19,8% di dispersione scolastica implicita, seguita dalla Sardegna con 18,7%.
Ma, nonostante sia in frenata l’effetto Covid, i dati sulla scuola restano una catastrofe, in particolare, al Sud. Dai grandi numeri nazionali risulta che un maturando su due è impreparato. Con la pandemia alle spalle, che ha costretto per mesi alla chiusura degli istituti e alla didattica a distanza, arrivati alla fine del percorso, dopo 13 anni di scuola, quasi la meta’ degli studenti italiani non raggiunge la sufficienza nè in italiano, nè in matematica. Esiti medi sotto la soglia attesa, nel caso della Matematica, in 7 regioni del Centro-Sud: Lazio, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna. Nelle stesse regioni, tranne il Lazio, male anche per Italiano con il 55%-60% degli allievi che non raggiunge il livello base, fino ad arrivare a quasi il 70% in Sardegna. Si allargano, inevitabilmente, i divari territoriali, quelli tra scuole e addirittura tra classi e fa assistere a perdite consistenti di apprendimento soprattutto tra gli allievi che provengono da contesti socio-economico-culturali più sfavorevoli. E’ quanto si ricava dai risultati dei test Invalsi 2022 presentati ieri, che tuttavia evidenziano anche alcune note positive: la tenuta della scuola primaria in questi anni di pandemia, con risultati simili in tutta Italia, e come già detto, la diminuzione della dispersione implicita in Puglia e Calabria, e gli esiti dell’Inglese (sia listening sia reading) che sono in leggero e costante miglioramento in tutte le fasce di età.
Le prove hanno coinvolto quasi 2,5 milioni di studenti: oltre 920 mila della scuola primaria (classe II e classe V), circa 545 mila della scuola secondaria di primo grado (l’ultimo anno delle medie) e oltre 953 mila della scuola secondaria di secondo grado.