Formazione e lavoro: le Università pugliesi verso la creazione di un hub per attrarre imprese e grandi ricercatori

Le università pugliesi sono pronte a creare un hub strategico e attrattivo per imprese e grandi ricercatori, per far sì che i giovani si formino e restino in Puglia ma, soprattutto, che gli studenti stranieri scelgano sempre più gli atenei del Tacco d’Italia.

È quanto hanno affermato i rettori delle università pugliesi intervenuti ieri all’ultimo appuntamento di Hey Sud, un ciclo di talks promosso da EY Italia e ideato da Fabio Mazzocca, sales responsible south area consulting del colosso della consulenza e livello mondiale.

Tema dell’incontro, che si è svolto nella sede operativa di EY a Barletta, è stato proprio il rapporto tra università e crescita economica e sociale del territorio.

«La sfida oggi è quella di attrarre studenti e studentesse dall’estero; se i nostri vanno via è perché li formiamo bene», ha affermato il rettore dell’Università del Salento, Fabio Pollice. «Ma gli studenti e le studentesse di alcuni Paesi come l’Uzbekistan o l’Albania, dove l’università non riesce a crescere al ritmo della popolazione, saltano totalmente l’Italia nella scelta del Paese in cui formarsi», ha aggiunto, sottolineando che «se riusciamo a permettere che questi giovani si formino da noi, avremmo ragazzi geniali in Italia e andremmo ad internazionalizzare le nostre università. Se dovessimo pensare ad una Università delle Puglie? Faremo di più, un hub attrattivo per investitori e studenti».

Il rettore dell’Università degli studi “Aldo Moro” di Bari, Stefano Bronzini, ha evidenziato che «dobbiamo fare incoming di cervelli, di studenti. Se verranno in Puglia grandi ricercatori i nostri studenti non andranno via dall’Italia. Dovremmo abbandonare gli schemi antichi, l’Italia dei campanili, altrimenti resteremo fuori dal contesto internazionale, quando i grandi ricercatori non sceglieranno questo territorio solo per il buon cibo saremo veramente attrattivi».

Sempre più specializzate e con lo sguardo verso il contesto internazionale le figure richieste dalle aziende, per questo la sfida è l’attrattività: «Noi ci troviamo in un contesto in cui trattenere gli studenti non è sufficiente» dice Antonello Garzoni, rettore della Lum. «Bisogna attrarre e per farlo serve una visione politica. Le imprese che sono qui richiedono figure sempre più internazionali, noi possiamo posizionarci come centro culturale del Mediterraneo. Abbiamo un contesto fortemente attrattivo per una persona che ha davanti la scelta di formarsi per sei mesi o tre anni nella nostra regione».

In supporto al mondo imprese sono indirizzate le azioni di Puglia Sviluppo, come spiega il direttore generale, Antonio De Vito. «Serve semplificare, siamo la prima regione in Italia che utilizza la procedura negoziale, la procedura a sportello, perché le imprese vanno accompagnate a non sbagliare. Le imprese pugliesi oggi riescono ad approfondire tematiche sempre più innovative grazie al fatto che il nostro sistema imprenditoriale ha la piena capacità di interagire con il sistema universitario».

Dall’incontro, a cui ha partecipato anche il vice presidente Giovani Imprenditori Confindustria Mario Aprile, è emerso come lo scambio di conoscenze tra atenei e aziende e l’attuazione di progetti comuni siano fondamentali per l’attrattività delle università, la competitività delle aziende, l’occupabilità dei laureati e la crescita economica e sociale dei territori ma quello che serve è fare squadra.

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