Esodo al Nord dei futuri docenti: via dalla Puglia per una cattedra

Sono 1.192 i posti da docente di ruolo in Puglia messi a concorso dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, su un totale complessivo di 30.216 cattedre a livello nazionale. La procedura di selezione – il cui bando è stato pubblicato ieri aprendo contestualmente la piattaforma per la presentazione delle domande – riguarda le scuole di ogni ordine e grado e seguirà le modalità previste per il periodo transitorio del Pnrr. Per l’infanzia e la scuola primaria potranno partecipare coloro che hanno la laurea abilitante. Più articolata la situazione per la secondaria: sarà ammesso chi possiede l’abilitazione, chi ha 24 Cfu (conseguiti entro il 31 ottobre 2022) con laurea idonea all’insegnamento e chi ha tre anni di servizio non continuativi. Secondo fonti sindacali, però, il criterio relativo ai crediti formativi potrebbe costituire la base di un ricorso da parte. I laureati dal 1 novembre in poi, infatti, non potranno ambire al posto a tempo indeterminato perché, da quel momento in poi, il Ministero non ha indetto concorsi per il conseguimento dei crediti.

Per quanto riguarda la geografia dei posti messi a concorso, risulta chiaro che ai docenti precari pugliesi toccherà, ancora una volta, fare le valige per tentare la fortuna al Nord (in particolare in Lombardia). Il copione di un film già visto. Nell’assegnazione dei posti il Ministero ha considerato gli organici attuali, al netto dei trasferimenti, incrociando il numero delle cattedre vacanti con le disponibilità finanziarie assegnate dal Mef.

In Puglia, a primaria e infanzia sono stati assegnati 280 posti, di cui 50 sul sostegno. Per la secondaria, che ha 912 posti liberi, la classe di concorso con più cattedre è la A022 (italiano, storia e geografia del primo grado), seguita dalla A050 (scienze, chimica e biologia) e dalla A012 (discipline letterarie negli istituti di secondo grado). Sono pochissime le speranze di trovare finalmente una dimensione lavorativa stabile per chi insegna latino e greco (solo una cattedra da assegnare), geografia, francese, spagnolo, inglese. Buone speranze per chi vuole insegnare matematica: le cattedre a concorso nella regione sono 66 ma sono anche pochi i laureati nella materia.

Altro nodo di questo concorso, come di tutti i concorsi del comparto scuola, è la nomina delle commissioni. Ci sono grosse difficoltà a reperire personale perché il ruolo è, usando un eufemismo, scarsamente remunerato. Un commissario prende un gettone di presenza di 1 euro e 20 centesimi lordi a candidato per la correzione degli elaborati e solo se non chiede l’esonero dal servizio scolastico ordinario (cioè deve, contemporaneamente, lavorare per la scuola e per il concorso). Da ciò ne deriva che i tempi per l’espletamento e il completamento delle procedure concorsuali non sono prevedibili. È verosimile che i nuovi assunti non entrino in servizio già dal prossimo anno scolastico. Via libera, dunque, al vecchio metodo delle supplenze per coprire le cattedre vacanti.

Tra l’altro, secondo i sindacati, questo concorsone non sarà sufficiente a eliminare il precariato. Per esempio, in Puglia sul sostegno alle superiori il Ministero vuole coprire 30 cattedre ma quest’anno sono stati autorizzati più di mille posti in deroga (cioè supplenze). In alcuni casi, questi sono stati assegnati anche senza il possesso di abilitazione poiché mancavano le figure, mentre le sigle sindacali vorrebbero che fossero finanziati tutti i posti vacanti.

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