Dimensionamento scolastico, la Puglia dovrà adeguarsi ai numeri imposti da Roma

Ultimo passaggio in Regione sul dimensionamento, prima della delibera di giunta che licenzierà l’assetto definitivo della rete scolastica pugliese per il prossimo anno.

Oggi i sindacati di categoria e l’ufficio scolastico sono chiamati nuovamente al confronto sulle linee di indirizzo regionali, emanate ad agosto scorso in attuazione della riforma statale che definisce il contingente organico degli istituti. Per l’anno scolastico 2024/25 in Puglia saranno attivabili 569 autonomie scolastiche, dotate di un proprio dirigente e di un Dsga con contratto di lavoro e tempo indeterminato. Questi sono i numeri stabiliti dallo Stato e da qui la Regione si deve arrangiare, cercando di far quadrare i conti in base alla popolazione scolastica.

Al momento, per la Puglia è previsto che vengano riorganizzate solo le scuole del primo ciclo con una media di iscritti inferiore a 925 alunni. «Considerata la prossimità della media di iscritti al parametro nazionale definito per contingente – dice Regione – per l’anno scolastico 2024/25 non si propongono azioni di riorganizzazione per le istituzioni del secondo ciclo». Il tempo stringe. «Abbiamo margine fino a fine anno, ma il documento sarà approvato in giunta prima di Natale», annuncia l’assessore regionale al Lavoro, Formazione e Istruzione, Sebastiano Leo, che spiega come il Piano sia «sofferto, ma studiato in modo tale da compiere meno danni possibili».

Dopo la pronuncia contraria della Corte Costituzionale al ricorso della Puglia contro la legge statale che entra nel merito degli organici (legge di Bilancio 2023), le strade possibili per la Regione sono due: presentare il Piano oppure disobbedire e farsi commissariare. Il commissariamento, però, precisa Leo, «significa far compiere le scelte da chi non conosce la realtà del territorio e che, probabilmente, farebbe anche peggio. Preferisco riflettere e porgere la nostra indicazione, se pur costretto in parametri non condivisi. Ripartiamo con i sindacati, un passaggio fondamentale. Spero ne usciremo con una linea comune». Regione e parti sociali hanno già espresso sul tema un pensiero condiviso: sulla scuola non si può ragionare solo in termini di numeri.

Secondo Anna Cammalleri, consigliere del Presidente Emiliano per le Politiche integrate, Formazione e Occupazione, la ridefinizione della rete scolastica «è un’operazione complessa, che in Puglia riveste una dimensione piuttosto ampia, resa più complicata dalla geografia di un territorio che si sviluppa tra grandi centri ma anche piccolissimi paesi, come quelli del sud Salento. Qui il dimensionamento scolastico dovrà repentinamente fare i conti con la mobilità». «La qualità finale del servizio scolastico – conclude l’ex direttore dell’USR Puglia – sarà determinata anche da una conduzione dirigenziale e complessiva molto performativa, in grado di cogliere le tante variabili che lievitano intorno ad ogni singolo studente e al suo territorio». L’incontro chiude le consultazioni, che hanno coinvolto anche le scuole e gli enti locali.

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