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Calo delle iscrizioni: l’Università non è più ascensore sociale

L’università non è più vista come un ascensore sociale, tanto che, dopo sette anni di crescita, le immatricolazioni hanno subito una contrazione, sia pure con dati provvisori, per l’anno accademico in corso: poco più di 320 mila iscritti, a fronte degli oltre 330 mila immatricolazioni registrate nell’anno precedente. Praticamente le lancette dell’orologio sono tornate indietro…

L’università non è più vista come un ascensore sociale, tanto che, dopo sette anni di crescita, le immatricolazioni hanno subito una contrazione, sia pure con dati provvisori, per l’anno accademico in corso: poco più di 320 mila iscritti, a fronte degli oltre 330 mila immatricolazioni registrate nell’anno precedente. Praticamente le lancette dell’orologio sono tornate indietro all’anno accademico 2005/2006.

Un calo delle iscrizioni che riguarda tutti gli atenei, senza troppe distinzioni geografiche, anche se quelli pugliesi sembrano soffrire meno questa diaspora accademica, forse perché – complice la crisi economica che ha influito sulle tasche delle famiglie – l’università è diventata una sorta di “ateneo di prossimità”, cioè per abbattere i costi (di affitto e residenza) si studia nella sede universitaria più vicina a casa.

Ma se il fenomeno economico ha inciso sulle scelte, a pesare è anche alcune valutazioni, prontamente messe in risalto dal rapporto elaborato, come ogni anno, dal Censis sulle università italiane, dove gli atenei pugliesi e lucano non spiccano nelle graduatorie generali, sia pure mantenendo un livello di qualità formativa e di servizi da top ten. Come nel caso dell’ateneo barese, che tra quelli nella fascia “oltre 40 mila iscritti”, i cosiddetti “mega atenei statali” ottiene un ottavo posto con una media di 80,2 punti, precedendo l’università di Napoli e con poco distacco da quella di Palermo, prima in graduatoria tra gli atenei del Sud.

Due le presenze nella graduatoria degli atenei medi, quelli compresi tra 10 mila e 20 mila iscritti. All’ottavo posto, in discesa di due posizioni, c’è l’università del Salento (che fa registrare il massimo del punteggio nei servizi), con una media di 87 punti, mentre Foggia è undicesima (una posizione in meno), con una media di 82,3 punti. Si sposta verso l’alto della classifica nella ultima griglia, quella riservata agli atenei fino a 10 mila iscritti, l’università della Basilicata, sesta in graduatoria tra i piccoli atenei, con una media di 80,5 punti, sia pure lontanissima dalla capolista Camerino che primeggia con una media di 99,5 punti. Consolazione per l’ateneo lucano i 99 punti per le strutture universitarie.

La classifica Censis delle università italiane, composta di 69 graduatorie, considera 924 variabili, viene elaborata da oltre vent’anni con l’intento di accompagnare i giovani diplomati nelle loro scelte universitarie.

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