«Siamo stanchi di essere le fondamenta portanti di una scuola che non ci dà ascolto». Con queste parole le studentesse e gli studenti del liceo linguistico e istituto tecnico economico “Marco Polo” di Bari spiegano le motivazioni che li hanno indotti a scioperare stamattina.
A quanto comunicano gli stessi ragazzi l’adesione è stata altissima e, spiegano in un “documento rivendicativo” diffuso durante lo sciopero, «la protesta è nata dal caldo sofferto nelle ultime due settimane che non è stato preso in considerazione in alcun modo dalla scuola: nessun provvedimento è stato fatto e dei ragazzi sono arrivati a sentirsi male. Sono mancati i dispenser dell’acqua per tre giorni – denunciano gli studenti – e come soluzione dalla vicepreside ci è stato detto che l’acqua dei rubinetti fosse potabile, anche se i collaboratori ci hanno sconsigliato di berla. Nonostante ciò notiamo come i boccioni siano stati riempiti non appena si è sparsa la voce di uno sciopero, con tanto di comunicazione sul registro. Noi però non ci siamo tirati indietro e abbiamo deciso di portare avanti la protesta perché sappiamo che la situazione precaria va oltre i boccioni dell’acqua e necessita di un intervento stabile».
Le studentesse e gli studenti chiedono che la scuola sia «adatta ad affrontare tutte le stagioni climatiche, procurando soluzioni per il caldo di settembre e maggio/giugno e trovandosi pronta al freddo con sistemi di riscaldamento funzionanti in tutte le classi». Chiedono, inoltre, «investimenti permanenti nell’edilizia scolastica: non è ammissibile fare lezione in aule con tetti rotti e da cui perde acqua quando piove, con crepe nei muri e bagni non funzionanti», affermano. Per quanto riguarda i laboratori, poi, «non siano inutilizzati – affermano -, in particolare il laboratorio di chimica sia reso agibile il prima possibile perché sono tre anni che gli studenti studiano le scienze senza aver mai messo piede in un laboratorio».
E ancora: «Chiediamo che sia reso possibile girare nei corridoi durante l’intervallo, almeno per i primi o ultimi cinque minuti, in modo da cambiare aria e sgranchirsi le gambe durante l’unica pausa a disposizione nelle sei ore di lezione statiche. Chiediamo che i distributori dell’acqua funzionino e siano pieni, e chiediamo ancora una volta che si inizi a ragionare seriamente sull’acquisto di macchinette per il cibo su ogni piano. Chiediamo maggiore libertà nelle iniziative che fanno unire la comunità studentesca, come l’autogestione, la realizzazione di murales, momenti di discussione ecc.. Chiediamo che ci sia uno spazio abilitato all’infermeria, in modo che gli studenti possano riprendersi adeguatamente da malori o trovare cerotti e dispositivi medici utili».
Le studentesse e gli studenti del “Marco Polo” di Bari si dicono pronti «a lottare, insieme ai docenti e al personale scolastico, per una scuola pubblica che risponda alle esigenze di tutta la comunità scolastica».