Bari, rifugiata irachena laureata in Scienze biologiche: «Arrivata su un barcone. Voglio continuare a studiare»

Si è laureata in Scienze biologiche con una tesi in “Igiene sui nuovi traguardi nella prevenzione dei tumori al colon retto” la prima studentessa rifugiata irachena iscritta all’Università degli studi di Bari “Aldo Moro”.

S. ha 30 anni ed è la prima proveniente dall’Iraq, è l’undicesima rifugiata che, dal novembre 2019, ha conseguito la laurea nell’ateneo barese: da allora altri studenti hanno conseguito anche il diploma magistrale e altri cinque si sono iscritti a un corso di laurea di secondo livello.

«Siamo partiti con una barca dalla Turchia ma durante il tragitto la nave ha avuto un guasto ed è iniziata a entrare acqua e non partiva più. Chi guidava la barca ha abbandonato tutti», racconta la neo laureata.

«Mia madre – prosegue – era l’unica che sapesse parlare la lingua inglese ed entrò nella postazione del comandante per chiedere aiuto. La prima Guardia costiera che ha risposto è stata proprio quella italiana e sono stati loro i primi a soccorrerci, mentre l’acqua entrava nella barca e piano piano incominciava ad affondare».

Ora l’obiettivo è «continuare a studiare» racconta la ragazza.

Nel 2018 S. si è rivolta al Centro di servizio dell’Ateneo per l’apprendimento permanente (Cap) per ricevere supporto alla sua integrazione accademica, ha poi richiesto e ottenuto una borsa di studio finanziata dal ministero dell’Interno e dalla Conferenza italiana dei rettori che le ha garantito per tutti gli anni di studio specifici servizi di scambio interculturale e di mentorship e oggi è l’undicesima studentessa con protezione internazionale ad aver raggiunto il traguardo della laurea.

«Del mio paese – dice la neolaureata – non ho molti ricordi perché ero molto piccola quindi non ho un ricordo reale. Ho sentito i discorsi che facevano i miei genitori e mi sono fatta un’idea. Come me l’hanno raccontato è bellissimo ma non so se mi piacerebbe tornare».

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