Andria, via il nome del “Re d’Italia” dalla scuola? «Ha messo la sua firma sulle leggi razziali»

Si può continuare a lasciare intitolata una istituzione pubblica, come una scuola cittadina ad un individuo, che ha lasciato una macchia indelebile nella storia dell’Italia, apponendo la propria firma sulle leggi razziali? Il personaggio è Vittorio Emanuele III, penultimo Re d’Italia per il quale da qualche anno è in corso nel nostro Paese una iniziativa, proposta anni addietro dalla senatrice a vita Liliana Segre, che invita tutti i sindaci d’Italia “a cambiare il nome a tutte le piazze, vie e scuole d’Italia intitolate a Vittorio Emanuele III di Savoia”.

Ebbene nei giorni scorsi si sono avute numerose indiscrezioni, ma manca una presa ufficiale della scuola e della direzione didattica, circa un possibile cambio di intitolazione della scuola secondaria di primo grado “Vittorio Emanuele III” di Andria, sita in piazza Trieste e Trento.

Nel frattempo due dichiarazioni ufficiali su questa vicenda, sul mantenimento di questo nome, mantengono vivo il dibattito sulla vicenda.

La prima è dell’ex direttore dei servizi amministrativi della scuola, Domenico Losito. «Si sussurra che il Collegio dei docenti della scuola media “Vittorio Emanuele III” di Andria abbia deliberato di cambiare l’intestazione della scuola. Evidentemente i membri del Collegio ignorano che la scuola in questione è intitolata al terzo Re d’Italia dagli inizi del secolo scorso ed è indiscutibilmente parte integrante della storia cittadina. Nelle sue aule sono passate decine di migliaia di andriesi, forgiati da docenti di indubbio valore. Cambiarne il nome significa cancellare un pezzo memorabile della storia di Andria, significa mancare di rispetto alla memoria storica della predetta città. D’altra parte cambiare senza validissimi motivi la denominazione di enti, strade, istituzioni, a chiunque essi siano dedicati, significa comportarsi da Talebani».

Anche l’Associazione culturale Puntoit di Andria ha voluto rendere nota la sua posizione. «Quanto sta accadendo intorno alla questione del cambio di intitolazione della Scuola secondaria di primo grado “Vittorio Emanuele III” è un vero e proprio atto deliberato di “cancelculture”, un fenomeno che sempre più sta colpendo la nostra società, inibendo la capacità critica delle nuove generazioni, di analizzare globalmente un fatto storico, approcciandosi ad esso criticamente, individuandone aspetti positivi e criticità. Come associazione impegnata da anni sul territorio, nella promozione della cultura e nella salvaguardia della storia, la quale non si sceglie, ma si studia criticamente. Il direttivo di Punto.it ritiene grave se a promuovere un atto di cancellazione della memoria è una istituzione scolastica, la quale dovrebbe insegnare ai suoi alunni come discernere il valore storico di un fatto o di un personaggio dalle implicazioni ideologiche fatte a posteriori, e insegnare che la storia va studiata con rigore critico, senza applicare ad essa il giudizio personale, fondato inevitabilmente sulla contemporanea sensibilità. Allora ci chiediamo, se si dovesse seguire il principio che ha indotto a promuovere il cambio di intitolazione, dovremmo allora eliminare dai libri di storia buona parte del primo Novecento perché scomodo, perché non ci piace, perché non aderente a quel politicamente corretto che tanto ci piace oggigiorno? La risposta la lasciamo alle autorità competenti perché sul come affronteranno questa questione capiremo quale futuro attende la nostra comunità. Ci sentiamo di ribadire solo che quando si tratta di storia bisogna lasciare i panni della militanza faziosa, e vestire quelli dell’analisi critica e rigorosa», conclude l’associazione Punto.it.

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