Partirà a fine ottobre il primo short master dell’Università degli Studi “Aldo Moro” di Bari su “Mafie, corruzione, legalità e sviluppo economico”, istituito con l’obiettivo di creare competenze multidisciplinari per la lotta a fenomeni che diventano sempre più complessi.
Il master si articolerà in un ciclo di dieci lezioni, che si terranno in altrettanti fine settimana nella parrocchia barese del Sacro Cuore: si parlerà di storia delle mafie pugliesi, radici culturali della corruzione, sociologia del crimine organizzato, economia mafiosa, normativa antimafia e anticorruzione, appalti, famiglie e minori nel crimine organizzato, ruolo dell’associazionismo sociale ed esperienze di economia solidale.
Lo short master, del costo di circa 300 euro e aperto a 30 diplomati e laureati (le iscrizioni saranno aperte online dal 5 settembre), è nato da un’idea condivisa tra il dipartimento di scienze politiche UniBa e la Direzione Distrettuale Antimafia di Bari.
Tra i relatori, che non percepiranno alcun compenso per le lezioni, ci saranno docenti universitari, magistrati, sociologi, rappresentanti delle forze dell’ordine e del mondo delle professioni e dell’antimafia sociale, dalla Cgil a Libera all’Ance.
«Parlare di questi temi è quanto mai necessario – ha detto il rettore Stefano Bronzini – proprio adesso che stanno confluendo grossi finanziamenti che richiedono grande attenzione».
Per il procuratore di Bari, Roberto Rossi, «occorre fare un lavoro culturale serio per capire i fenomeni che cambiano, evitando la retorica e iniziando a studiare, fermandosi a riflettere per dare risposte vere, considerando che cambiano anche i modelli di comunicazione delle mafie, a partire dal fenomeno social nel mondo giovanile».
«Le mafie – ha spiegato Francesco Giannella, procuratore aggiunto e coordinatore della Dda di Bari che sarà tra i docenti – sono caratterizzate da un incrocio di professionalità, sono molto più avanti rispetti a noi sulla capacità di mettere insieme competenze e intelligenze diverse. Noi abbiamo troppo a lungo avuto la presunzione di combatterle con battaglie isolate, invece serve una capacità di affrontarle in rete, mettendo insieme diverse competenze».