Dopo settimane di dibattito e polemiche, è arrivata la notizia tanto attesa: tutti i neonati d’Italia potranno accedere gratuitamente all’immunizzazione contro il virus respiratorio sinciziale (VRS). L’intesa è stata raggiunta in Conferenza Stato-Regioni, grazie all’impegno del ministro della Salute Orazio Schillaci e alla collaborazione delle Regioni.
La campagna di vaccinazione, che inizierà a novembre, rappresenta un importante passo avanti nella tutela della salute dei più piccoli. Il virus respiratorio sinciziale, infatti, è una delle principali cause di infezioni respiratorie gravi nei bambini sotto i due anni di età, e può portare a bronchioliti, polmoniti e, nei casi più gravi, all’ospedalizzazione.
La decisione di rendere l’immunizzazione universale è stata presa in considerazione dell’aumentata incidenza del VRS nella popolazione pediatrica e dopo un’attenta valutazione dei benefici e dei rischi da parte delle autorità sanitarie.
Le polemiche e la svolta
La strada verso questa svolta, però, non è stata priva di ostacoli. Nelle scorse settimane, infatti, si erano sollevate alcune perplessità sull’opportunità di somministrare l’anticorpo monoclonale a tutti i neonati, e non solo a quelli a rischio. L’Istituto superiore di sanità, in particolare, aveva espresso alcune preoccupazioni.
Tuttavia, le posizioni della comunità scientifica e dei pediatri si sono schierate a favore dell’immunizzazione universale, sottolineando l’importanza di prevenire le infezioni da VRS e di ridurre il carico assistenziale sui servizi sanitari.
«Questo risultato è un importante traguardo per la salute dei nostri bambini – ha commentato il ministro Schillaci -. Abbiamo lavorato con impegno per garantire l’accesso universale a questa vaccinazione, ascoltando le esigenze delle Regioni e della comunità scientifica».