Mentre proseguono i lavori al nuovo ospedale San Cataldo, per buona parte completati, Asl e Calliope si interrogano in un convegno (che si terrà all’università nei giorni 11 e 12) dedicato all’ospedale del terzo millennio. A confronto medici, accademici ed esperti per la condivisione di modelli organizzativi e buone pratiche per la realizzazione e la gestione dell’ospedale del futuro.
I temi
Eccellenza professionale, umanizzazione dei percorsi, altissima tecnologia, intelligenza artificiale e cure di prossimità ma anche modelli organizzativi e buone pratiche a confronto, sono i temi dell’incontro organizzato da Asl Taranto insieme alla Casa delle Innovazioni per il One Health – Cte Taranto Calliope. Il seminario, nell’aula magna della sede del dipartimento ionico, sotto la direzione del dg Vito Gregorio Colacicco, vedrà due giorni di confronto e condivisione tra esperti e studiosi, con la partecipazione di professionisti di caratura nazionale che condivideranno le proprie esperienze e le buone pratiche.
Gli obiettivi
«Vogliamo condividere l’articolato processo che sottende alla realizzazione dell’ospedale del futuro», spiega il direttore generale Asl Taranto Vito Gregorio Colacicco. «Importanti finanziamenti destinati all’edilizia ospedaliera stanno interessando la Puglia per permettere la realizzazione di nuove strutture, tra cui il nuovo ospedale San Cataldo. Si tratta di un’opera imponente che grazie al costante lavoro di tutte le articolazioni dell’azienda coinvolte, guidate dalla Regione Puglia, garantirà l’installazione della tecnologia più avanzata per rispondere alle esigenze dei cittadini del territorio, senza dimenticare l’attenzione alla persona».
Il San Cataldo
Il nuovo ospedale, infatti, con i suoi 723 posti letto, oltre a rispondere all’aspettativa epidemiologica e al ciclo della mobilità passiva, è stato pensato e voluto all’insegna dei principi di flessibilità, modularità, digitalizzazione, intelligenza artificiale, accoglienza ed ecosostenibilità. Un ospedale che diventa punto di riferimento per il territorio e che vuole guardare al futuro anche con una nuova idea di rapporto tra ospedale e territorio, attraverso l’attivazione di nuovi percorsi e nuove relazioni con la rete della sanità di prossimità, formata da 17 case di comunità, 5 ospedali di comunità e 6 centrali operative territoriali.