Curare la steatosi epatica, il cosiddetto “fegato grasso”, con una dieta ricca di arance. È l’obiettivo di uno studio dell’istituto nazionale di Gastroenterologia “S. De Bellis” di Castellana Grotte che ha visto coinvolti 60 pazienti di età compresa tra i 30 e i 65 anni affetti da steatosi epatica non alcolica associata a un’alterazione del metabolismo glucidico e lipidico (Mafld).
Attualmente l’unica terapia efficace prevede la correzione dello stile di vita. Gli agrumi, ed in particolare le arance, possiedono spiccate proprietà nutraceutiche per il loro alto contenuto di polifenoli, antinfiammatori naturali. I ricercatori dell’Irccs “De Bellis”, alla luce dei promettenti risultati di una sperimentazione preclinica coordinata dalla dottoressa Maria Notarnicola sul ruolo dell’esperidina (un polifenolo presente nelle arance) hanno deciso di estendere lo studio ai pazienti: dovranno consumare 4 arance al giorno per 28 giorni.
L’istituto “De Bellis”, ricorda il direttore scientifico professor Gianluigi Giannelli, «conduce da oltre 35 anni un’intensa attività di ricerca finalizzata a valutare gli effetti benefici del corretto stile di vita avendo istituzionalizzato i “gruppi del cammino” per pazienti con steatosi epatica, iniziativa valorizzata dal Ministero della Salute attraverso il finanziamento di un progetto di ricerca ad hoc (unico nel Sud Italia). Lo studio dei nutraceutici, come ad esempio l’esperidina estratta dalle arance o i polifenoli dall’olio extravergine di oliva – sottolinea il professor Giannelli – rappresenta una delle linee di ricerca dell’Istituto pugliese approvate dal Ministero della Salute».
In questi giorni le arance sono state al centro dell’attenzione per la campagna promossa dall’Airc. «Il rapporto tra nutrizione e cancro – prosegue Giannelli – è oggetto di numerose nostre ricerche recentemente divulgate attraverso le pubblicazioni nella comunità internazionale, ed è sostenuta, tra l’altro, da diversi progetti di ricerca finanziati dell’AIRC».
È la strettissima collaborazione tra attività di ricerca ed assistenziale il vero valore aggiunto, come conferma il direttore generale del “De Bellis” Tommaso Stallone: «La salute del cittadino rappresenta l’obiettivo primario del nostro lavoro, fatto non soltanto di attenzione alla diagnostica ed alla terapia ma anche alla prevenzione per alcune condizioni peculiari come la cura delle malattie metaboliche epatiche. L’impulso che abbiamo recentemente dato alla chirurgia bariatrica destinata ai pazienti obesi – aggiunge – pone il “De Bellis” come il punto di riferimento regionale ed un modello in ambito nazionale per efficienza e competenza, dove la ricerca spinge l’Istituto alla frontiera delle più recenti acquisizioni».
Continua, dunque, la lunga tradizione dell’istituto castellanese nella promozione del corretto stile di vita, come conferma il presidente del Civ, Enzo Delvecchio: «Il “De Bellis” è sempre pronto a cogliere l’occasione per coniugare la ricerca scientifica ed il territorio mettendosi a disposizione del cittadino nel campo assistenziale e della comunità tutta nella valorizzazione del territorio».